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sabato 3 dicembre 2011
Too emotional - Insegnare l'ascolto
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Prossimo post/next post Tuesday/Martedì December 6th
Si può spremere fuori una sorta di saggezza dal mondo web,
se hai la pazienza di sederti e riflettere su quello che ti capita, quello che
passa per la testa alle persone al di là dello schermo.
Alcuni giorni
fa mia figlia ha pubblicato sul
suo blog un articolo basato sulla sua esperienza di istruttrice di
ginnastica per bambine e di maestra di rimpiazzo in un asilo nido, oltre che
baby sitter ad oltranza di nipoti e bimbi altrui. Ne avevamo discusso prima a
cena e ne è venuto fuori questo post nulla necessità di una educazione ferma e capace
di trasmettere rispetto per gli altri.
Ciò che la irritava, e noi famiglia con lei, erano certi
atteggiamenti iperprotettivi dei genitori, bambagia che produce bamboccioni
direbbero alcuni. Genitori pronti ad attaccare insegnanti e allenatori per
difendere le loro creature al minimo cenno di lamentela: “mamma, l’insegnante
mi ha sgridato” (senza spiegare che l’ha fatto perché disturbava o non si
impegnava) e la mamma corre a urlare in faccia all’istruttrice “sa, la mia
piccola è molto sensibile e fragile, non deve rimproverarla!”. Il tutto bimba
presente, con il solo risultato di far capire a quest’ultima che ha sempre ragione
e gli insegnanti sempre torto.
Ora nel fare questo, nell’argomentare questa posizione che
molti condivideranno, ha commesso un crimine indicibile, un reato contro la
politically correctness, dato che ha menzionato nel pezzo le parole sculaccioni
e scappellotti.
NON per indicarli come strumenti educativi, tanto meno da
mettere a disposizione di insegnanti e allenatori, che se un buffetto possono
permetterselo i genitori, forse i nonni, a nessun altro deve essere consentito.
No. Più come icona, come metafora, come descrizione anche di un mondo passato.
Si è scatenato il finimondo, e la cosa sarebbe in sé comica
se non fosse tragica.
Gente che l’ha accusata, non solo nel blog, ma anche su
Facebook, di istigazione alla violenza; l’ha minacciata di denunce
all’ordine degli Psicologi (Chiara
ha superato la triennale, quindi non è neanche psicologa!) e cose peggiori.
Ciò che come genitore mi ha fatto male e mi ha fatto
riflettere sono commenti inqualificabili che possiamo descrivere così: “non ho
letto e non leggerò il post, sono convinto che contenga solo sciocchezze e
idiozie. Non condivido una sola parola di ciò che è scritto”. Che per lo meno
pecca di incoerenza e illogicita.
Una signora l’ha a lungo derisa su FB, manipolando i testi e
scegliendo con cura maliziosa estratti manipolatori, accendendo gli animi come
si fa con i cortei spacca vetrine, e per che cosa? Per promuovere un suo libro
che dice il contrario.
Ora non mi interessa parlare del contenuto del post di
Chiara, si può essere d’accordo o meno, non è questo il punto. Né mi interessa
parlare del contenuto dei post altrui.
Mi interessa riflettere sul modo.
Come è successo che abbiamo perso il gusto per la
discussione, per il ragionamento, per la ricerca di una verità superiore?
Non c’è stata una sola persona che abbia fatto una domanda:
mi chiarisci questo punto? Ho capito bene: dici che….? Nessuno.
Quando abbiamo barattato il ragionamento con la pancia, con
l’ira?
Quello che ho visto sono commenti dominati dalla rabbia e
dalla malizia, ideologicamente schierati, e violenti.
Invece che discutere si attacca la persona, si fanno
illazioni sul suo passato, sul suo presente, la si distrugge moralmente. Una
persona della quale non so nulla: non ne conosco i sogni e i dolori, le
aspirazioni e l’esperienza. Nulla.
Che società stiamo creando per i nostri figli?
Che cosa stiamo insegnando loro?
Da dove nasce questa emotività irrazionale e colpevole?
E’ il web che ci trasforma così o sono altre le radici?
Un vostro parere è davvero gradito.
You can
squeeze a sort of wisdom from your web life if you can sit down and think about
what happens behind the screen, in other’s people living.
Some days
ago my daughter posted on her blog
an article based on her personal experience as a gym coach and a nursery
teacher about the importance of a steady education (is it the right word? I
believe you could understand anyway).
I think we
all share this concept and we do agree with the fact that parents should avoid
tearing in parenting, weakly conceding everything. What worried the most
Chiara, and we discussed it at dinner, was the fact that often parents attack
teachers and coaches at the first complain of their cute kid: “the teacher was
too rude with me” and the mom runs to scream in the face of the coach: “she is
so emotional and fragile, don’t scold her!” and usually this is done in front
of the little girl. The result for the kid is clear: I’m right you bloody
teacher are wrong!
So she
wrote a post about this and she made a criminal mistake against politically
correctness, she just mentioned spankings and flicks. Not to suggest them as an
education tool, much more not as a means for teachers and coaches. More like
icons.
Now what
happened could be described as exhilarating if it were not dramatic. She was
flooded by post, not just on her blog but even on FB, accusing her of
instigating violence, of misconduct and of many other horrible things.
What hurt
me, as her father, was some unmarkable comments saying something like this: “I
won’t read this stupid post because I believe it include a lot of bullshit. I
just want to state that I do not agree with a single word written here inside”.
That make
us sit down and think, not about the content of her post, neither about the
substance of the attacks. About the way those have been made.
None asked
a single question: what do you mean by that? Let me know if what I understood
is your thought…
Few tried
to argue on the subject, you can of course disagree on her, let’s say our,
point of view, but went straigth to attack her personally with rage and malice.
How come?
How come
that we lost the pleasure to discuss about a subject for the aim of reaching an
higher truth?
How come
that we just beat people and their life, people we do not even know, we do know
anything about their dreams, their sorrow, their experience, their values. We
just light up at the first spark and burst against!
Is this the
society we are creating for our kids? Is this what we are teaching them? To
aggress people? Is this what the net of making of us?
Your
comments are welcomed!
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12 commenti:
Ciao Paolo,
ho seguito quanto successo a Chiara nei giorni scorsi... e avete tutta la mia solidarietà. A parte il fatto che confermerei ogni virgola di ciò che ha scritto (sono insegnante alla primaria), l'episodio ha rafforzato una mia convinzione, cioè che Internet sia un mezzo magnifico per far circolare informazioni ma allo stesso tempo pessimo per pubblicare opinioni, peggio ancora per dialogare. I due fattori micidiali in questo senso sono la mancanza del linguaggio non verbale che provoca spesso travisamenti e incomprensioni (da qualche parte avevo letto che il 50% delle e-mail non vengono comprese nel loro reale significato proprio per questo) e la possibilità di fare copia-incolla di una singola espressione portandola fuori contesto, o comunque di spostare l'attenzione su una singola frase di un qualsiasi post, indirizzando la discussione su altri binari. Quando entro in un blog e vedo che un articolo ha un buon numero di commenti, per es. più di 100, talvolta mi diverto ad andare a leggere direttamente gli ultimi commenti in ordine temporale: quasi sempre si sta parlando di tutt'altro rispetto all'argomento originario del post. Farcisci tutto con un po' di superficialità, maleducazione, manie di onniscienza e il flame è servito... Sinceramente ormai evito di leggere i commenti di molti blog che seguo perché altro non servono che a provocarmi un travaso di bile... Grazie per le tue parole, ti seguo anche sulla Bussola Quotidiana, alla quale auguro in anticipo buon compleanno! Ciao!
grazie, commento lucidissimo e che condivido al 100%. Il mio timore è che questo atteggiamento trabocchi dal web e finisca nella vita reale...
Sicuramente oggi la capacità di parlarsi (non oso dire "dialogare") è ai minimi storici... e credo che chiunque possa facilmente riscontrarlo in varie situazioni, pubbliche e private. Sinceramente non ho i mezzi per affermare se ciò sia imputabile al web (meglio, al web 2.0) o se, al contrario, il web 2.0 sia lo specchio di un degrado comunicativo precedente... Una episodio che mi ha colpito molto recentemente: per caso su Rai Storia becco la registrazione di una trasmissione del '72 dove si parla della tragedia del Vajont: ospiti competenti, dialogo educatissimo anche nelle divergenze di opinione (aspetto che chi sta parlando finisca, faccio precisazioni sui contenuti senza attaccare la persona che li ha enunciati, mantengo un certo contegno e un tono di voce adeguato etc..), conduttore all'altezza... poi una sera guardo Ballarò... e hai già capito... Mi viene in questo: e se il "colpevole" fosse invece la TV?
Mi viene "in mente" questo... scusami...
Grazie mille Stefano, trovare un colpevole è... complesso. certo come dici tocchiamo con mano le conseguenze. E la TV non è certo esente da molte colpe.
Continuo la mia provocazione, alla giapponese (un altro perché): che cosa ha influenzato la televisione?
Grazie ciao
e buon domenica!
Forse la ricerca spasmodica dell'audience? (per cui "bene o (soprattutto) male, purché la gente guardi?"
Buona domenica anche a te!
Un punto per te! Ci penso ed elaboro.
Grazie! Fammi sapere!:-)
interessante scambio di idee... molto stimolante.
Grazie Rossella!
Quoto il tuo amico Stefano, avendo letto il post di tua figlia e relativi commenti (ormai chiusi, sennò avrei aggiunto il mio). Forse attraverso il web alcune persone si esprimono senza filtri forti dell'anonimato, e comunque c'è un alto tasso di aggressività in ogni luogo e questo mi preoccupa. La colpa? Bah, sicuramente non delle sculacciate e scapaccioni ;)
Vagabonda sloggata
Vagabonda, sei mitica, da inventare se non ci fossi...
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