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domenica 28 novembre 2010

Superpapà contro Wondermamma! parte 2 - Superdad vs Wondermom! Episode 2

Prossimo post Next post Thursday/giovedì 2nd dicembre
 Scroll down for English version please
Nota: nella pagina Eventi sono disponibili i link per scaricare gli audio degli incontri





Il padre è assente, o meglio i padri non ci sono: ma siamo di fronte alla fuga del disertore o piuttosto i padri sono stati uccisi in missione? 

Questo sembra essere oggi il più grande problema della nostra società.

Iniziamo elencando i fatti e poi vedremo di riflettere sulle cause e indicare qualche possibile soluzione.
Il problema, si diceva, è davvero grave. Un recente articolo di Paolo di Stefano sottolinea quali siano le conseguenze, oserei dire l’impatto, dell’assenza dei padri dal processo educativo nella società di oggi, riprendendo quanto numerosi autori (Osvaldo Poli e Claudio Risé per primi) da tempo denunciano.

I padri sembrano fare fatica a trovare spazio e ruolo vicino alle wondermamme, che sono capacissime di gestire il loro ruolo di madri mentre lavorano duramente, e con fatica, a casa e lottano per farsi spazio, conquistando spesso il posto che meritano, nel mondo del lavoro. Supermamme capaci di gestire la propria famiglia ed educare i figli, trovando anche il tempo per scrivere blog.

L’alibi che i padri mettono sul tavolo è semplice, persino puerile: il lavoro di oggi, così competitivo, totalizzante, vincolante,assorbe a tal punto da essere quasi incompatibile con il ruolo di papà. A dire il vero il numero crescente di aziende che investe in programmi di work-life balance sembra avvalorare questa versione. Personalmente riteniamo che questo sia una simpatica scusa, ma che non possa in nessun caso essere una giustificazione per una assenza le cui conseguenze stanno mettendo a rischio tutta la nostra società e il suo futuro. 

Una seconda affermazione, anche questa spesso utilizzata dagli uomini, è che questi non riescono a comprendere il modo con il quale le donne comunicano. Sebbene sia un fatto concreto che uomini e donne parlino un linguaggio diverso, come abbiamo spiegato in un recente post, è anche vero che gli uomini devono darsi da fare per imparare a parlare il linguaggio delle mogli, e delle donne in generale, e farsi aiutare nel processo di apprendimento.

Secondo noi le cause possono essere altre, e le discuteremo più avanti.

Quali sono le severe conseguenze che vengono evidenziate da questi autori?

Sono collegate direttamente al ruolo del padre nell’educazione. Il contributo che i padri offrono ai loro figli può essere, provocatoriamente, riassunto in un monosillabo: “NO”!.

Mentre le madri hanno come abitudine, e ruolo, quello di mettere il figlio al centro dell’universo, e farglielo capire, finendo così per porre le basi per la generazione di eterni adolescenti egoisti, i padri devono porre dei limiti ai figli, facendo loro capire che lungi dall’essere il centro dell’universo, sono in realtà abbastanza trascurabili nel complesso della storia dell’umanità. Stiamo ovviamente esasperando gli estremi, vuoi per provocare, vuoi per marcare in modo netto i due opposti fronti. Diciamo, per ammorbidire, che il ruolo del padre è quello di far comprendere ai figli che la vita è dura, che devono lottare per raggiungere la felicità, e combattere re ottenere quello che desiderano, prendendosi delle responsabilità per ciò che vogliono e sapendo di dovere tenere in conto le aspettative degli altri.

Questo atteggiamento oggi non è più di moda: anzi è molto impopolare. I figli tendono a reagire, spesso violentemente, perché al contrario di quello che spiega loro il padre, la società, la pubblicità, la televisione, persino gli intellettuali, li spingono a non avere limiti, a vivere senza dover mai chiedere, ad avere sempre tutto. Ad esse misura e legge a se stessi. A vivere insomma senza fare fatica.

L’assenza di limitazioni, e dello sforzo per ottenere i risultati, finisce per creare smidollati, egoisti che non sanno resistere alla frustrazioni, e tendono a reagire in modo brutale ai problemi che la vita propone loro; insomma: parliamo dei bamboccioni. Ernesto Galli della Loggia spiegava molto bene questo punto in un articolo di qualche anno fa.
Sono i padri dunque, a causa della loro assenza, i soli colpevoli del declino della nostra società? Per rispondere a questa domanda proviamo a capire le cause del problema.

Anche le madri hanno le loro responsabilità. Le donne possono sopportare molto di più degli uomini, specie la sofferenza, (questo è un dato dimostrato). Molto più a lungo e intensamente. Oggi giorno per coprire i loro ruolo –madre, moglie, lavoratrice, deus ex machina- hanno un sacco di cose da fare e quando incontrano ostacoli sulla loro strada, che impedirebbero loro di portare a compimento la loro frenetica agenda, non fanno altro che spazzarli via. Con dolce energia. Generalmente facendo invece che insegnando o delegando: il bambino non riesce ad allacciarsi le scarpe o il cappotto? Lo fa la mamma. Il marito non capisce la lista della spesa? Va lei a farla. Gli uomini possono rappresentare un problema. Dopo aver chiesto loro per due, tre, quattro… dieci volte di fare quello che hanno bisogno, di fronte all’inazione, prendono in mano la vicenda e agiscono. E non investono tempo a spiegare ai mariti che cosa vogliono o come si deve fare, né come fare a capirle, a osservare.
E la spirale perversa scende di un livello: gli uomini, che sono –diciamocelo tra uomini- sostanzialmente pigri, sono più felici di avere scampato il pericolo che preoccupati per le conseguenze e non capiscono che il loro comportamento li allontana sempre di più dalla famiglia e dai propri doveri.

Ora, come fare a porre una fine a questa penosa situazione?

Ecco alcuni brevi suggerimenti, che speriamo siano arricchiti dai vostri contributi.

  1. Primo: iniziate ad ascoltarci l’un l’altra. Osservare e comprendere!
  2. Secondo: padri: studiate per capire quali siano i vostri compiti e considerate con attenzione quali siano le conseguenze della vostra assenza o della vostra rinuncia ad educare.
  3. Terzo: madri: insegnate ai vostri mariti –e soprattutto ai vostri figli maschi- a comprendere il linguaggio delle donne –e alle figlie femmine a capire i linguaggio degli uomini- e il modo con cui una donna pensa. Siate esigenti, ma non mollate mai! Per favore.
  4. Quarto: aiutatevi gli uni le altre: specie nei compiti impopolari che fanno parte del progetto educativo
  5. Quinto: considerate le conseguenze delle vostre decisioni. Come abbiamo considerato in questo post.
Ora tocca a voi: siete s’accordo? Quali sono i vostri suggerimenti, le vostre riflessioni?



  English version


Fathers are missing: is that the deserter’s escape or have been fathers killed in action? This seems to be the biggest problem of our society.
Let’s start to state facts and then we will try to look for causes and strive to suggest  possible solutions.

The problem seems to be really relevant. A recent article by Paolo Di Stefano pointed out the impact of the absence of fathers in the family and in the education problem. Fathers seem struggling in finding their role next to wondermoms, who can handle their matherhood while working hard both at home and in the office, who can manage home and bring up children. The main alibi is that their job is so absorbing and compelling that they can’t manage also their family duty. Actually the increasing number of companies working on work-life balance programs seems to support this version. In our opinion this can be a nice justification, but cannot at all be a reason for an absence whose consequences are so serious that our society can be jeopardized. 



A second pretence, often used by men, is that they cannot understand the way women communicate. While it is really true, as we mentioned in a previous post, that men and women talk different languages, it cannot be an alibi. Men have to strive to improve their way of understanding their spouse and ask for help in their learning process.
In our opinion there are other causes that we will discuss later on.
Which are these severe consequences that several authors report?
They are directly linked with the father role in education. The contribution that fathers give to their children can be summarized in a single word: “NO”. 
While mothers use to put their children at the center of the universe, making them believe that their desires have always to be fulfilled, thus in some way creating the basis for eternal selfish teens, fathers have to put limits and show cruelly to their kids that actually they are not the center of the universe, but on the contrary a neglectable fellow in the society. We know that putting it this way can be quite raw. Let’s say that fathers’ role is to show to their kid that life is hard, that they have to strive to reach their happiness, and that they need to fight to get what they desire, assuming responsibility for what they want and that other people’s expectation should be considered.
This attitude is nowadays not longer valued. As a matter of fact is unpopular. Children tend to react, often violently, because everything around them pull them to have no limits, to have everything they want without pain.
The absence of limitations ends up creating people with no backbones, selfish guys who cannot withstand frustrations and  who tends to react brutally to the problems that life presents them. Ernesto Galli della Loggia pointed this out in an article published some years ago .
Are then fathers really the sole guilties of this dramatic decline of our society?
Let’s get back to other supposed causes.
Mothers too have to change their approach. Women can endure sufferance much more and better than men. They have a lot of things to do and when the find obstacles to carry out their hectic schedule they tend to sweep them away. Usually doing instead of asking or teaching. Your kid is not yet able to lace their shoes or button up their coat? They do for them. Men thus can be seen as an obstacle: instead of asking them twice, three times, several times to do what they need, women use to do themselves. And they do not even invest time in teaching their spouse what to do, what to understand, what to look at.
And the perverse spiral goes on: men, which are lazy by nature, enjoy the escaped danger and do not understand that their behavior bring them farther and farther from their family and their duties.
Now, what we can do to stop this terrible situation?
Few suggestion that should be enriched by your thoughts and contributions.

  • First: start listening each other. Start observing and understanding.
  • Second: fathers: learn more about your duties and consider which will be the consequences of your absence, of your refusal to act as you should do
  • Third: mothers: teach your husbands and your sons to understand the women universe and way of thinking. Be demanding, and do not give up.
  • Forth: support each other, especially in unpopular parents’ duties.
  • Fifth: consider the outcome of your decision. As we already suggested: short terms behaviors have long terms consequences.

Now it’s up to you: do you agree? Which can be your personal suggestions?

2 commenti:

isabel ha detto...

Caro Paolo, cara Franca,
rimango sempre stupita dalla vostra capacità di condensare i problemi, senza banalizzare, senza ricette pronte.
Noi mogli dovremmo responsabilmente dare tempo al coniuge, che significa accettare temporaneamente (si spera) un "vuoto d'azione" nei campi in cui il padre è chiamato ad esprimersi; accettare il rischio di rimanere deluse dalla possibile inerzia o superficialità, rinunciando al postulato "faccio io che è meglio, faccio io che faccio prima!".
Dovremmo vivere forse con più profondità e sapienza quell'attesa paziente, molto conosciuta dalle donne di un tempo.

Paolo Pugni ha detto...

Grazie a te! Ottimo il consiglio della lentezza e pazienza... slow family!
Paolo