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martedì 16 novembre 2010

La ricerca della felicità - The pursuit of Happyness

Prossimo post Next post Thursday/Giovedì 18 novembre
Scroll down for English version thanks

Per rendere una famiglia felice bisogna lottare con il mondo, anche quello del lavoro. L'Italia non è un paese facile per le donne da questo punto di vista: ognuno di noi conosce almeno una situazione in cui una donna, una mamma, è stata costretta a drammatiche scelte o è stata pesantemente penalizzata.
Anche questo è un tema che vogliamo affrontare nel nostro blog e per questo abbiamo chiesto a Stefania Boleso, mamma, che ha dovuto patire questa situazione e che non si è data per vinta, di esprimere il suo parere. Quotidiani, periodici, televisioni, ovviamente il web, si sono occupati del suo caso, spesso lasciando cadere la vicenda una volta esaurito l'effetto scoop. Lei è andata avanti, aprendo due blog I pensieri di Stefania e Senza donne per combattere per tutte le donne.
Per questo volentieri le lasciamo la parola.

1) All'interno degli equilibri familiari da trovare c'è anche il tema del lavoro femminile. Quali sono le principali difficoltà che una donna incontra oggi nel mondo del lavoro?

 "Comincio con alcuni dati che riguardano l’Italia:
  • Il tasso di occupazione femminile è pari al 46%, 12 punti percentuali in meno rispetto alla media europea (dati Istat 2009) e 14 punti punti percentuali in meno rispetto all’obiettivo fissato dal Trattato di Lisbona;
  • Il 27% delle donne lavoratrici esce dal mercato del lavoro dopo la nascita del primo figlio e un altro 15% non rientra più dopo la nascita del secondo figlio (dati Istat-Isfol);
  • A parità di inquadramento e funzioni, nel nostro Paese una donna percepisce uno stipendio del 21,4% inferiore a quello di un uomo (dati Bankitalia e Istat) ;
  • Il tempo dedicato alla cura della famiglia e della casa risulta per il 77% ancora a carico delle donne (rapporto CNEL 2010);
  • Gli asili nido possono accogliere solo 23 bambini su 100, una percentuale di 10 punti inferiore all’obiettivo fissato dal trattato di Lisbona.

Quindi volendo sintetizzare, per una donna è più difficile trovare un’occupazione. Nel momento in cui lo trova, guadagna meno di un suo collega uomo, e quando ha un figlio nella maggioranza dei casi termina la sua possibilità di far carriera, quando non esce definitivamente dal mercato del lavoro. Come se non bastasse, l’attività di cura è a carico delle donne, con servizi pubblici a supporto spesso insufficienti".


2) Come riesce una donna a coniugare il proprio ruolo di madre con quello di professionista? 

"Una delle caratteristiche tipiche delle donne è il cosiddetto “multitasking”: saper fare tante cose insieme. Questo ci aiuta nella vita quotidiana a coniugare il ruolo di madre e quello di professionista. Sempre con passione. Passione perché ci piace il nostro lavoro e allo stesso modo amiamo i nostri figli, che ci completando e danno un senso alla nostra vita. Ah, chiaramente tutto questo succede grazie alla nostra abilità ne fare mille acrobazie!"


3) Che tipo di aiuto si aspetta dal marito? Che cosa può fare di più un marito per aiutare la moglie nella ricerca di questo difficile equilibrio? 

"Quello che sostengo sempre è che un figlio non è solo un “problema” per la madre lavoratrice, quanto piuttosto un dono per entrambi i genitori, e per la società intera. Quindi il marito deve essere presente in tutte le fasi della crescita del bambino, fin dai primissimi giorni di vita. Troppi padri usano la scusa che nei primi mesi il rapporto madre/figlio è esclusivo ed insostituibile per defilarsi e lasciare tutto a carico della donna. Ci sono invece tantissime cose che un buon papà può fare per il suo bambino sin dal primo giorno, innanzitutto trascorrere del tempo con lui. Sapere di avere un partner su cui contare significa aiutare la donna a tenere insieme tutto quanto, vita privata e professionale. Fortunatamente mio marito è (ed è sempre stato) molto presente nella vita e nell’educazione di nostra figlia!"


4) Non riveliamo nulla di sorprendente nel dire che spesso le mamme che lavorano vivono interiormente il conflitto tra i due ruoli che ricoprono. Come è possibile affrontare questa battaglia e vincerla?

"Credo che la battaglia non si vincerà mai, bisogna solo imparare a convivere con il conflitto, senza farsi attanagliare dai sensi di colpa. E soprattutto saper trovare l’equilibrio di cui parlavamo prima, dando il giusto peso alle cose e ricordando che se tu sei una donna contenta, sarai anche una madre felice, ed il tuo bambino lo sentirà e ne trarrà beneficio".


5. Il tuo blog, che è stato avviato dalla volontà di reagire ad una dolorosa vicenda personale, sta diventando un punto di riferimento per fare chiarezza sul tema del lavoro femminile: quale obiettivo vorresti fosse raggiunto grazie al tuo impegno in rete? E in quale modo la rete, a prescindere dal tema specifico del tuo spazio, ritieni possa essere d'aiuto alle famiglie in senso ampio?

"Ho sempre pensato che i grandi cambiamenti avvengano dalle piccole cose. Quando ho aperto il blog avevo solo una cosa in testa: volevo utilizzare la risonanza provocata dal mio caso per mantere alta l’attenzione sulle problematiche legate alle donne e alle madri lavoratrici. Cammin facendo, ho scoperto altri blog e siti affini per tematiche a ciò di cui scrivo. Con altre donne ho “fatto rete”, e stiamo organizzando un evento, dove ci sia l’opportunità di conoscersi e di approfondire la tematica al di là della rete, per cercare di trovare anche delle soluzioni. Per quanto riguarda il web, credo che possa dare alle famiglie la possibilità di interloquire con persone geograficamente magari molto distanti tra loro, ma affini per sensibilità, interessi e, perché no, problemi. E quindi può dare la possibilità di trovare un punto di confronto, di ascolto e, se serve, aiuto".

English version
Happy family has to fight the world, often the business world too. Italy it's not an easy country for women, I mean talking about the business world (by the way: what about your country?). Each of us, here in the peninsula, knows at least one situation where a woman, a mom, has been penalized or compelled to harsh choices.
We want to face this argument too in our blog and this is why we asked to Stefania Boleso, a brilliant professional who suffered from being a mother, why she decided to fight back.
Her situation has been discussed in newspaper, magazine, Tv, websites, at least untill the news was hot. She didn't give up, she opened two blogs (I pensieri di Stefania and Senza donne) to fight not her battle but all moms' battle.
This is why we are honored and pleased to introduce her to you.

1) Among the family balances, there is also the issue of female work. What are the main difficulties that a woman finds nowadays at work?

"Let me start with some figures regarding Italy:
  • Female employment rate stands at 46%, 12% less versus European average (Istat data 2009) and 14% below the objective of Lisbon Treaty;
  • 27% of female workers exit the labour market after giving birth to her first child and another 15% doesn’t return to work after giving birth to her second child (Istat-Isfol data);
  • In the same level and position, in our Country a woman earns 21,4% less than a man (Bankitalia and Istat data);
  • Time dedicated to the family and household care is a female duty for 77% of the women (CNEL 2010 data);
  • Kindergardens capabilities can only cover 23 children out of 100, 10% less versus the objective of Lisbon Treaty.
To sum up, for a woman it is more difficult to find a job. When she finds one, she earns less than his male colleague, and when she becomes a mother, she often ends her career path, or she exits the labour market forever. Last but not least, family care is a female job and social support and services are often inadequate".


2) How does a woman suceed in combining her role of mother with the one of worker?

"One of the most popular female traits is the so called “multitasking”: women can do a lot of things at the same time. It helps us in everyday life to combine the mother and worker role. Always with passion. Passion as we love our job, and we love our children, who complete and give a meaning to out life. And everything becomes possible, as we are very good at doing one thousand acrobacies!"


3) What kind of help does she expect from her husband? What can a husband do in order to help his wife to find this difficult balance?

"What I always say is  that a child is not only a “problem” for the working mother, rather a gift for both parents and for the whole society. For this reason, every husband must be present in every single phase of the development of his own child, starting from the very first days. Too many fathers use the excuse that in the first months the relationship between a mother and her child is an exclusive and unique one to leave all the responsibilities on the mother’s shoulders. There are indeed a lot of things a good father can do for his child starting from the very first day. First of all, spending time with him. If a woman knows that she has a partner she can count on, it will be easier for her to keep everything together, private and professional life. Fortunately my husband is (and has always been) very present in my daughter life and education!"


4) Nothing surprising when we say that working mothers often suffer from an internal conflict between their two roles. How can we deal with this battle and win it?

"In my opinion we will never win the battle. What we can do is to coexist with the conflict, trying to manage it without too many guilt feelings. And above all, it is very important to find the right balance I mentioned above, giving the right importance to things and keeping in mind that if you are a happy as a woman ad mother, your child will feel it and benefit".


5) Your blog, that started from the will to react to a painful personal event, is becoming a benchmark to clear some issues related to female work: what is the objective your would like to reach thanks to your commitment in the web? And how do you thing the web con be of help for families, beside the theme you write about in your blog?

"I always thought that big changes come from small things. When I started my blog, all I had in mind was to use the echo coming from my “accident” in order to keep the attention high on the problems related to women and working mothers.
As time went by, I discovered blogs and websites similar to what I was (and still am) writing.
We created a strong network and we are organizing  an event, where we will have the chance to meet and go in depth into this kind of issues, and try to find some solutions.
I think the offers the families the possibility to talk and discuss with persons that are maybe far away from a geographical point of view, but are very similar in terms of feelings, interests and problems. Therefore it can be a tool for discussion, hearing and help, if necessary".

2 commenti:

Unknown ha detto...

ho cercato di farmi spazio in un ambito familiare che non era "collaborativo".Anche quando eravamo ancora una famiglia ho cresciuto da sola due figlie dividendomi in 100, mille persone, lasciando libero il padre delle mie figlie che "lavorava". Ho dato priorità a cose e a persone che non lo meritavano. Oggi, sola da tre anni, sono riuscita a ritagliarmi uno spazio(esiguo)mio e grandissime soddisfazioni dal lavoro. avrei potutto fare una carriera fantastica se avessi fatto altre scelte.. ma non importa. Ho due figlie adolescenti e sto loro vicina Elisabetta Raucci

Paolo Pugni ha detto...

Grazie Elisabetta: il coraggio e la determinazione sono quello che serve per superare le difficoltà, specie quelle che ti rovinano addosso.... E la qualità più grande dei forti è trovare sempre la forza di sorridere. Come fai tu.
Paolo