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martedì 9 novembre 2010
Superpapà contro Wondermamma! parte 1 - Superdad vs Wondermom! Episode 1
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Giovedì-Thursday 11th November
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Sganciamo la bomba. Lo facciamo apposta. Siamo convinti che lo scopo di questo blog sia di sollecitare la discussione anche su argomenti considerati tabu o politically uncorrect. Non abbiamo la pretesa di possedere la verità, e vogliamo piuttosto darci da fare per raggiungerla e condividerla.
Insieme.
Suggeriamo la lettura dei brillanti commenti, lasciati dai lettori qui sotto, che ampliano e arricchiscono il post.
Suggeriamo la lettura dei brillanti commenti, lasciati dai lettori qui sotto, che ampliano e arricchiscono il post.
Ecco il punto: c’è in atto una guerra tra mamma e papà? Sembrerebbe di sì. E vi spieghiamo perché.
Qualche tempo fa hanno chiesto a Paolo di tenere una conferenza sul tema del ruolo del padre in un asilo nido, a genitori con figli tra 0 e tre anni. I buoni padri dunque, come in questo spezzone di Desperate Housewives
È stato dunque illustrata l’importanza della figura paterna, autorevole e apportatrice di norme, e tutti erano d’accordo. Anche le mamme. E poi… boom. Un giovane padre afferma di essere completamente in linea con la teoria, ma che l’applicazione pratica di tutto questo è pressoché impossibile oggi per via della presenza di Wondermamme che impediscono ai padri di fare il padre, che costruiscono barriere intorno ai figli e che confinano i loro mariti lontano da casa, lontano dal cuore della famiglia.
E’ vero? Siamo in questa situazione? Ci troviamo nel mezzo di una guerra? Ciò che appare evidente è che oggi più che mai il vero sesso debole è quello maschile. E la prima ragione per cui lo sia lo dimostra il fatto che noi uomini non lo ammettiamo.
Diciamolo chiaramente: le donne sono davvero più forti. Resistono al dolore e alla sofferenza, forse anche alla fatica e alla frustrazione, molto meglio e più a lungo degli uomini. Sono in grado di fare tutto quello che fanno gli uomini, se solo lo vogliono. Noi uomini no. Le donne hanno oggi una personalità molto più forte e una determinazione granitica, e sono assai più volitive degli uomini. Hanno anche la capacità, che gli uomini sembrano aver perso, di progettare con lucidità il proprio futuro e la propria vita, e di lottare per far avverare i loro sogni, mentre gli uomini tendono a trastullarsi con il presente, con l’attimo fuggente. Si parla con sempre crescente preoccupazione di adolescenza protratta, fin dentro ai quarant’anni: è un fenomeno che colpisce molto di più il sesso maschile che quello femminile.
Noi, gli uomini, sempre più deboli, finiamo per venire cacciati negli angoli dalle donne. Specialmente nella famiglia. Ciò che ha preso l’avvio nello scorso secolo, la demolizione della figura paterna –ricordate certi noiosi romanzi del naturalismo soprattutto inglese in cui la madre, a cena, indica con disprezzo al figlio il padre che, stanco dopo il lavoro in miniera o nei campi, mangia avidamente quel poco che c’è sulla tavola, ed esclama “studia o diventerai come lui!”?- ha ormai raggiunto il suo obiettivo.
Ci stiamo drammaticamente rendendo conto dell’errore commesso.
E’ troppo tardi?
Abbiamo il coraggio di confessare: gli uomini sono colpevoli. Non stiamo cercando di nascondere o negare responsabilità. Noi uomini abbiamo dapprima apprezzato questo ruolo di “bread-feeder”, portatori di pane: potevamo stare lontani dai problemi di famiglia, dalle menate dei bambini, assorti nel nostro eroico compito professionale, come un antico guerriero che combatteva per patria ed onore draghi, orchi e infedeli, sconfiggendo mercati e concorrenti. Se si trattava di un trucco, beh abbiamo proprio abboccato.
E poi, quando è diventato evidente che le donne potevano soffiarci il posto anche sul lavoro, ci siamo battuti in modo sporco e scorretto (vedi quello che scrive a questo proposito Stefania Boleso) perché abbiamo capito che, non essendoci un altro luogo dove andare, dovevamo difendere i confini del nostro territorio con unghie e denti.
Ma ormai la famiglia si era persa. E siccome la natura non fa sconti, i figli si sono persi anche loro.
Come spiegano molti autori, non si può cancellare la figura paterna dalla famiglia senza che ce ne siano conseguenze gravi. Questi articoli, differenti da quelli citati nella versione inglese di questo post, che rimandano ad articoli e siti in lingua ingelse, sono un approfondimento di questa affermazione.
- Il ruolo del padre
- Dal sito di Osvaldo Poli pdf interessanti da scaricare
- Il ruolo del padre secondo Claudio Risé: Uno e Due
- La riscoperta dell’autorità
- Intervista a Risé
Questa è la situazione. E adesso? Che fare?
Come può essere che i padri non si difendano? Non difendano il proprio ruolo, cosa che non è un diritto, ma un dovere? Come può accadere che non sappiano fronteggiare le pretese materne?
Come è possibile risolvere questo grande problema? Che cosa suggerite? Scateniamo la bagarre…. ;-)
Prossimo articolo sull'argomento martedì 16 novembre
English version
Superdaddy vs Wondermom! episode 1
We are dropping the bomb. We are aware of it.
We strongly believe that one of the aim of this goal is to discuss about the family. We do not claim to possess the truth. Just want to strive to reach it. Now that’s the point: is there an ongoing war between mom and dad? Let’s explain.
Some weeks ago I talked to a large group of parents, whose babies are less than three years old. I introduced the role of the father, why and what it’s important and what a father has to do. Everyone agreed, even moms. And than… boom. A young father affirmed his agreement in theory, denying theory could become reality because of wondermoms. That what he said: there are too much wondermoms around, preventing fathers to take their role, building borders around children, confining fathers in their offices, far from home, far from the heart of the family.
Is that true? Are we in the middle of the moms-dads war?
It is quite evident that the true weaker sex is… man. And we are weaker firstly because we claim not to be.
Let’s say it clearly: women are truly stronger. They can resist pain and suffering much better than men, and longer. They are used to patience and resistance. They can do what a man does, if they want. Men can’t. They have, nowadays, a much strong personality, a firmer determination, a more solid and healthy will. To build on this women also have a clearer capacity to plan their life: men tend to be more focused on the present escaping moment than on their future life. It is much more likely to find male than female adult teens.
We, the men, weaker and weaker, we have been pushed in a corner by women. Especially in the family. What started in the end of last century, the deconstruction of the role of the father –can you remember, in those ugly novels, the mother pointing the tired father, eating after a long and hard day in the mine, to the sun shouting “you have to study if you do not want to become like your father!”?- reached the goal with the end of the XX century and we are now discovering how wrong it was.
Let’s be clear: men are guilty. We are not trying to hide responsibility. We, men, liked that role of bread-feeder: we could stay away from family problems, children issues, just absorbed in our heroic job, a sort of an old warrior not fighting dragons or ogres but figures and markets. If it was a trick, we bought it!
And then, when it became clear that women could easily overcome us even in the workplace we couldn’t find out another place where to go, another role to play. We just keep on fighting to defend our borders and our land.
But the family was gone. Unfortunately, since nature doesn’t like tricks, children were gone too.
As many authors claim you cannot just delete the father from the family. You can find more details in these interesting posts, which are different from the ones you can find in the italian session pointing to italian articles and websites.
Now. That’s the situation. So what?
How comes that fathers cannot fight back to defend their role, which in the end is not a privilege but a duty? How come that fathers cannot stand their wives claims?
How can this big problem be solved? What are your thoughts and suggestions on this subject?
Next article on this subject will be posted Tuesday November 16th
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13 commenti:
è proprio un bomba!
credo che in parte abbiate ragione. Oggi i padri conosco l'importanza del loro ruolo molto più di prima, solo che mentre alcuni vorrebbero interagire e occuparsi dei propri figli, alcuni continuano a vivere ai margini, vuoi per loro negligenza, vuoi perchè relegati ai margini da wondermamme.
Nella mia famiglia d'origine mio padre aveva, e in parte ancora ha, un ruolo importantissimo. Si occupava di noi, ci accudiva, ci faceva studiare, ci educava... faceva il poliziotto cattivo e buono allo stesso tempo, ma soprattutto c'era e c'è sempre!
E questo credo che ci ha portato ad avere le spalle grosse!
In Casa Lellella l'avvocato, non è esattamente come mio padre, non è autoritario né autorevole, fa più il poliziotto buono che quello cattivo, ma è presente e adora i bambini e loro lo sanno!
Sono stata fortunata è vero, ma devo molto anche a mia suocera.
Credo che tutto stia nell'educazione che si da ai maschi e mia suocera è stata brava.
E io mi impegnerò altrettanto con il piccolo di casa.
ps. lancio una provocazione: per me l'abolizione del servizio di leva è stata un male nell'emancipazione del ragazzo.
Rossella
Al di là della mia esperienza personale (mio marito è stato da subito molto presente nella vita e nell'educazione di nostra figlia), e accanto al fenomeno delle wondermamme, io credo che molti padri moderni approfittino delle loro supermogli per defilarsi volutamente.
Ricordo un ex collega di ritorno alla sua scrivania un'ora dopo che la moglie aveva partorito, che si tratteneva in ufficio ogni giorno fino alle 21/22 perché diceva (testuali parole): "Nei primi mesi il legame è tra madre e figlio. Il padre viene dopo".
Becera scusa per scansarsi dalle sue responsabilità. Se davvero i padri vogliono reimpossessarsi del loro ruolo (e questo possono dircelo solo solo, dopo un'attento esame di coscienza), sono convinta che ogni wondermamma sarebbe ben felice di condividere le responsabilità della gestione di una famiglia.
mi colpisce quando parli della fragilità maschile definendola "trastullarsi con il presente"... vogliamo parlare della attuale generazione di 50enni che decidono di mollare tutto per inseguire l'attimo?
beh, ad una mamma non resta che tirar su la testa e diventare wonder woman, no?
@merins, Stefania e Rossella
Esattamente quello che ho detto.
Non si può che elogiare e ammirare una mamma che sopperisce all'assenza del padre e si fa carico dei problemi.
Si potrebbe, a rigore, chiederle se ha fatto di tutto per far capire al papà che cosa deve fare, parlando il suo linguaggio. Diamolo per scontato: diciamo che l'ha fatto senza ottenere risultato.
Quindi il padre manca.
Magari, anche grazie ai vostri commenti, possiamo ragionare in futuro sulle cause di questa sciagurata situazione. E' indubbio che molte mamme devono rimediare all'assenza del padre che può avere tre connotazioni:
1) non c'è proprio
2) c'è ma è come se non ci fosse
3) c'è, è presente, ma non fa il padre
In nessun modo la nostra provocazione intende essere una accusa alle mamme, semmai un forte richiamo agli uomini.
Diciamo così: mai e poi mai abbiamo intenso accusare una categoria o un genere. Sicuramente puntare il dito contro atteggiamenti e comportamenti sbagliati.
Ci ha fatto riflettere l'affermazione di quel papà che dimostra la debolezza dell'uomo.
Ora, che cosa si può fare per volgere al bene tutto questo? Come evitare il crearsi del problema?
F&P
Sono una mamma di 40 anni con 4 figli dai 6 agli 11 anni .
marito di 39 anni con problemi di salute che delle volte lo portano a dover essere accudito perche' in quei momenti perde di lucidita' e/o diventa socntroso/arrogante/manesco.
ora, qual è il problema se non quello che i bambini stanno perderdo il padre come punto di riferimento e iniziano ad ignorarlo anche quando sta bene e parla da padre. e di come reagisco io ... che dire .... SONO STANCA, si, sono stanca di dover sopperire a tutte le cose io, di dover pensare alla casa , al lavoro fuori, ai bambini, alle loro attivita' scolastiche ed extra, ai vari appuntamenti medici, la maggiorparte delle volte senza aiuto alcuno. Mia cognata mi chiama WONDER WOMAN, ma vi posso garantire che sto scoppiando...
aiuto!
carissima Isabella, non possiamo neanche dire che ti capiamo perché non crediamo sia possibile capire quello che vivi e provi. Possiamo solo assicurare che ti regaliamo quello che riteniamo di poterti dare di più prezioso, ovvero le nostre preghiere, senza che questa sia né una offesa né una presa in giro. Non sappiamo quantificare la sofferenza né la sua intensità che si scorge nelle tue parole, ma quello che sappiamo vedere è la tua grande voglia di lottare proprio contro la tua stanchezza, perché sei una grande madre, e lo sarai sempre.
Con sincero affetto
F&P
e per un sorriso nei momenti di tranquillità ecco le avventure di un'altra wondermamma
http://wondermamma.splinder.com/
@Stefania
in parte sono d'accordo con te.
spesso i padri tendono a scansarsi!
Grazie Paolo e Franca, la preghiera penso che sia l'unica cosa che ora mi tenga ancorata ad abbracciare questa situazione, vivendola un po' come croce . Gesu' stesso ci invita ad abbracciare ognuno la propria croce in vista di una Resurrezione alla Vita vera, Grazie per essere quindi nelle vostre preghiere.
Isabella
La ricerca del quieto vivere ha dei costi altissimi. Credo che a fare il padre si impari "sporcandosi le mani". La stessa regola d'altronde vale per la madre.
Scusate per l'estrema franchezza: se la madre prende certi spazi che non le competono (sbagliando), è perchè questi sono lasciati vuoti o non sono adeguatamente presidiati.
@Isabel: ci trovi completamente d'accordo! La sciagurata assenza del padre non è una novità, come non lo è la fragilità attuale del sesso maschile.
Le domande da farsi sono:
1) come prevenire l'insorgere di questa situazione,
2) come sanarla qualora si verificasse
(la terza domanda sarebbe quali sono le cause di questa debolezza/assenza maschile, ma qui andiamo oltre i limiti del blog)
A queste domande intendiamo rispondere anche grazie ai vostri contributi.
Isabel, hai dei suggerimenti? Intanto grazie di essere passata e di avere lasciato il tuo pensiero.
Franca e Paolo
Dunque, diciamo che qualche causa dell’indebolimento della figura paterna potrebbe essere:
- una progressiva trasformazione della famiglia in sé, dovuta a trasformazioni economiche,culturali e sociali, da patriarcale, com’era fino al secondo dopoguerra, in cui il padre era il “capo” indiscusso e i ruoli familiari erano ben definiti in modo rigido, ad una famiglia di tipo nucleare, in cui la donna non è più “l’angelo del focolare” come una volta, ma si è emancipata,conquistando diritti e parità al di fuori delle mura domestiche, dal punto di vista scolastico e lavorativo, ma anche per una diversità di interessi.
- Questa emancipazione femminile ha comportato anche ad una conseguente trasformazione e revisione dei ruoli all’interno della famiglia, sia tra coniugi che tra genitori e figli. Quindi il padre deve rivedere la propria identità e autorità, diversa dal passato in quanto legata anche alla figura femminile.
- In passato i figli avevano maggiori possibilità di partecipare all’attività dei padri (es. lavoro nei campi), oggi invece il padre lavora fuori casa, avendo così poco tempo da dedicare all’educazione dei figli.
- L’instabilità dei legami coniugali che si concludono sempre più spesso con separazione o divorzio.
Come prevenire questa situazione?
- Sicuramente ripartire dalla coppia coniugale, aiutandosi reciprocamente nel delicato passaggio da coniugi a genitori, non solamente a livello materiale, ma soprattutto nella costruzione della nuova identità di padre e madre, perché generare un bambino non sempre coincide con la capacità di educarlo ed aiutarlo a muoversi nel mondo, come dovrebbe essere.
Come aiutare i genitori?
Bisognerebbe aumentare gruppi di auto-mutuo-aiuto tra genitori, associazioni culturali che si occupino di loro, in modo che attraverso incontri formativi, dibattiti, scambi di esperienze, ecc. i genitori possano acquisire la consapevolezza dei loro diritti e dei loro doveri.
La penso esattamente come ha scritto qui sopra maristellina. Non saprei cosa aggiungere in più a parte il fatto che come "padre a tempo pieno" è veramente dura per noi maschietti :-). Complimenti per il blog.
Maristella ha una comprovata sapienza universitaria, e anch'io condivido quello scrivere. Diciamo che forse, partendo dai capelli grigi e da esperienze di vita, aggiungerei che la radice di tutto è a mio parere la forte spinta all'individualismo (e all'egoismo) fomentata ad esempio da slogan quali "Io esiste" etc.
Il mutuo-aiuto è una strada importante perseguibile in molti modi diversi: attraverso le scuole, le associazioni e così via.
Grazie padre a tempo pieno, per ricordarci che dovremmo esserlo tutti, sempre e comunque. E un invito a tutti: andate a vedere il suo blog!
Paolo
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