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sabato 14 aprile 2012
Intervista a Carlo Climati: i giovani e lo sguardo sul futuro
Sabato Italiano: il post solo in lingua italiana
Next post (also in English) Tuesday April 17th - Prossimo post martedì 17 aprile
Carlo Climati, giornalista e scrittore romano, è autore di
saggi e racconti. Si dedica soprattutto ad inchieste e ricerche nel campo dei
mezzi di comunicazione, delle tematiche giovanili, della musica e dello sport.
Il suo nuovo libro è “Immenso sguardo. I mondi dei giovani” (Editrice Rogate).
Tra le altre pubblicazioni: “I giovani e l’esoterismo”, “Il popolo della notte”
e “I giochi estremi dei giovani” (Paoline).
Questo è il suo sito
ufficiale. In questa intervista
rilasciata a TelePadrePio presenta il suo nuovo libro a proposito del quale
oggi gli abbiamo posto alcune domande mentre qui
è possibile ascoltare il suo punto di vista sui giovani.
Da dove nasce lo spunto per questo
suo nuovo libro, “Immenso sguardo”?
“Immenso sguardo”, secondo me, è lo sguardo che i giovani
hanno nei confronti del mondo che li circonda. Uno sguardo d’amore, d’impegno,
di fiducia, d’entusiasmo, di giustizia, di speranza nel domani. Uno sguardo che
non conosce confini e che sa volare oltre l’infinito.
Nel libro spiego che i giovani, nell’affacciarsi sul cammino
della vita, sono affascinati dagli ideali più alti e attratti da tutto ciò che
è puro e bello. Di sicuro, nel loro approccio con il mondo che li circonda,
partono con il piede giusto. Ma poi, col passar del tempo, cominciano ad
incontrare ostacoli.
Il desiderio di giustizia dei
ragazzi, il loro entusiasmo, la loro voglia di fare del bene si scontrano
spesso con quella parte della società che è traditrice e che vuole far vincere
i più furbi e i più forti.
Esiste sicuramente, da parte di tanti giovani,
il desiderio di costruire un mondo pulito, onesto, sincero, basato su valori
autentici. Ma fino a che punto i ragazzi hanno la libertà di esercitare questa
loro naturale tendenza al bene?
Il libro analizza, con un linguaggio semplice,
diversi temi legati al mondo dei ragazzi: l’amore, la famiglia, lo studio, lo
sport, i viaggi, la fede, il lavoro, la politica, il tempo libero, la vita
virtuale su internet, la violenza, la sofferenza, l’incomunicabilità, la
dittatura dell’insoddisfazione.
L’obiettivo è quello di lanciare un forte messaggio
di speranza e di fiducia nei confronti nelle nuove generazioni.
Io credo nei giovani. Credo nel loro immenso
sguardo. Credo nel loro entusiasmo e nel loro desiderio d’accogliere la
proposta del bene, della bellezza e delle virtù più autentiche, perché questo è
ciò che hanno scritto nel proprio cuore.
Perché
questa attenzione ai giovani? Non nasconde la moda del giovanilismo?
Il rischio di fare del giovanilismo è sempre dietro
l'angolo. E' lo stile freddo e distaccato di chi
studia i giovani dall’alto di una cattedra, per catalogarli, metterli in
qualche statistica, senza mai scendere tra di loro. E’ necessario, invece,
vivere il contatto con i ragazzi. Essere “sulla strada” e interrogarsi sulle
motivazioni profonde che sono alla base di certi meccanismi sociali. Altrimenti
si resta tra le nuvole.
Che
cosa intorbida lo sguardo ai giovani d'oggi?
Oggi, purtroppo, c’è una tendenza a dipingere il mondo a
tinte scure, come se fosse irrimediabilmente corrotto. Nell’aria c’è un
sentimento di rassegnazione e di pessimismo diffuso, che spinge i ragazzi a
considerare la vita una specie di giungla in cui trionfano i più forti.
Molti giovani sono sfiduciati. Non credono più nella
famiglia, nella politica, nella religione, nell’amore, nell’onestà, nella lealtà,
nella legalità. Alcuni si chiedono: “Perché dovrei comportarmi bene, se tutto
il mondo è malato e cattivo? Chi me lo fa fare? E’ meglio essere furbi ed
adeguarsi ai tempi”.
Questo tipo di ragionamento rischia di rovinare il futuro
delle nuove generazioni, spesso deluse e disilluse, a volte rinchiuse in un
guscio di oscurità e di disfattismo autolesionista.
Nel
passato si è occupato di rock satanico, di droghe, di dipendenze: come vede la
situazione oggi? Che mondo trovano i giovani?
Nel mio libro sottolineo che oggi sono tante, purtroppo, le
occasioni in cui i giovani vengono traditi, usati, strumentalizzati,
schiavizzati, indottrinati, manovrati, calpestati nella loro dignità di esseri
umani. Il cammino della gioventù è disseminato di trappole lasciate in giro
dagli adulti. E’ come se i ragazzi fossero costretti a muoversi continuamente
in un campo minato, pronto ad esplodere e a lasciare ferite profonde.
Pensiamo, ad esempio, a che cosa accade durante il fine
settimana in certi locali da ballo. La discoteca, di
per sé, rappresenta una risposta a un sano e giusto desiderio dei giovani:
quello di riunirsi per trascorrere qualche ora in allegria, incontrando altri
amici.
Questo è il punto di partenza. Il punto
d’arrivo, purtroppo, è spesso devastante. Si inizia con un semplice desiderio
di ballare, e si finisce con il consumare droga o morire in automobile, sulla
strada del ritorno a casa.
Questo accade perché la sana voglia di
divertimento dei ragazzi viene tradita da persone senza scrupoli che gestiscono
i loro locali in modo irresponsabile. Creano ambienti pericolosi, facendo finta
di non vedere ciò che accade nelle proprie discoteche.
L’obiettivo di certe persone è uno solo:
arricchirsi sulla pelle dei ragazzi, sfruttarli, spremerli, succhiare la loro anima
e ridurli ad uno stato bestiale. Non hanno alcuna stima dei giovani. Vogliono
semplicemente strumentalizzarli per far crescere il proprio conto in banca.
Ma
questi problemi di cui parla non sono oggi comuni anche ai... meno giovani?
Sicuramente sì. Adulti e giovani, oggi, hanno in comune
tanti problemi. Pensiamo, ad esempio, alla solitudine. Tante persone sole,
oggi, si chiudono nel guscio di internet e finiscono per crearsi una vita
virtuale, fuggendo dalla realtà. Questo accade ai giovani e agli adulti
indistintamente.
Oppure pensiamo alla tentazione di assomigliare ai falsi
modelli materialisti proposti da un cattivo uso della televisione. E' una
trappola in cui finiscono i giovani, ma anche gli adulti. Tempo fa ero al mare.
Vedevo una mamma che rimproverava la figlia perché voleva leggere un giornalino
che lei riteneva stupido, superficiale. Aveva ragione. Ma poi lei, sotto
l'ombrellone, leggeva i soliti settimanali di pettegolezzi.
Quali
sono le sfide principali nell'educazione oggi?
La sfida principale, secondo me, è quella di mostrare che la
scelta del bene può esistere davvero. Non è un'utopia. E' possibile costruire
un mondo diverso, migliore, con lo sforzo di tutti. Ma questo deve cominciare
dalla nostra vita. Anzi, dalla mia vita. E' inutile lamentarsi e dire che il
mondo fa schifo. Proviamo a cambiarlo con il nostro impegno, prima di metterci
sul piedistallo e sottolineare gli errori degli altri.
Come giornalista, sento molto la sfida di usare bene i mezzi
di comunicazione. Purtroppo, oggi, i mezzi di comunicazione tendono a dare poco
spazio al bene, rispetto alle tonnellate di carta di giornale e di servizi
televisivi dedicati al male: corruzione, omicidi, scandali, violenze e
brutalità di ogni genere.
Eppure basterebbe guardarsi intorno
per accorgersi che esistono tante bellissime storie che possono dare il buon
esempio, senza miracoli o azioni spettacolari. Si tratta, semplicemente, di
testimonianze di gente comune, che ha saputo illuminare il mondo con un piccolo
gesto d’amore, offerto lungo il cammino della vita quotidiana. Una vita non
sempre facile, caratterizzata spesso da cadute, difetti, incertezze, paure e
fragilità. Ma che può, ugualmente, rappresentare un esempio significativo per
le nuove generazioni, diffondendo ottimismo e speranza.
Nel mio libro parlo del bellissimo
esempio che danno tanti genitori: un padre che torna a casa, la sera, stanco,
ma è pronto a giocare con il proprio bambino. Oppure penso al sorriso di una
mamma mentre prepara la cena e mette il sale nella pasta. Gesti semplici, ma
importantissimi.
Come aiutare i ragazzi ad avere uno sguardo immenso e limpido?
Prima di scagliare pietre contro i giovani bisognerebbe chiedersi:
quali valori siamo stati in grado di trasmettere loro, in questi ultimi anni?
Li abbiamo aiutati a coltivare le virtù umane, oppure abbiamo favorito una
condizione di resa e di appiattimento?
La grande speranza per il futuro è proprio
questa: avere il coraggio di stimolare nei ragazzi una cultura veramente
diversa e controcorrente. Una cultura orientata all’impegno, alla giustizia,
al rispetto di ogni essere umano.
Nessuno deve sentirsi escluso da questo percorso di rinnovamento,
perché i primi a dover dare l’esempio sono proprio gli adulti. Se non c’è il
buon esempio, non può esserci alcun tipo di educazione. Dare un esempio non
significa essere sempre perfetti. Questo, probabilmente, è impossibile. Tutti
noi siamo fragili e possiamo commettere errori. Ma si può dare il buon esempio
anche riconoscendo i propri errori e le proprie fragilità.
Al tempo stesso, io mi aspetto che i ragazzi siano disposti a
dialogare e ad ascoltare, con rispetto, chi ha qualche anno in più. Altrimenti
si cade nell'errore di voler distruggere ogni cosa del passato, nel nome della
“novità”. Ma non è così che si può cambiare il mondo.
Può
darci tre consigli semplici e brevi per le famiglie di oggi, per aiutarle ad
essere felici.
Ascoltarsi. Sapersi comprendere e perdonare. Accettare i
propri limiti e non sognare una famiglia idealizzata, come quella che si vede
negli spot pubblicitari. Una vita felice è possibile, anche senza quella
merendina o quel modello di telefono cellulare, senza le vacanze esotiche o
l'automobile rombante. Una famiglia felice è possibile se si recupera il valore
della sobrietà e delle cose semplici, con l'impegno di tutti.
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