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lunedì 20 febbraio 2012
The best possible mom - La miglior mamma del mondo
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Una settimana sì e una no la grande stampa parla delle
mamme.
L’ultima occasione è questa: il Wall
Street Journal si lancia in un elogio della mamma italiana e il Corriere
della Sera gli fa immediata eco.
Ora non ci interessa questa nuova pedante lista di
stereotipi di mamme (la tigre cinese, l’elegante francese, la gallese asciutta
e così via). Ci interessa ragionare sul fatto che si proponga un modello per la
mamma, cosa che ci lascia sorpresi e perplessi.
Più che rincorrere un profilo ideale, ci sembra si debba sia
più utile capire quale sia lo scopo dell’educazione e quale sia il ruolo che un
genitore, anzi che la mamma, abbia in tutto questo.
E poi costruire il proprio comportamento di volta in volta
sul bene dei figli.
Questa ricerca dell’ideale nasconde forse la necessità di
prevedere ogni cosa, di definire sempre e comunque un manuale che permetta di
evitare errori, un modo per giudicare più facilmente gli altri genitori?
Che ne dite?
English version
Every week
the most important media talk about moms.
Recently it
was the turn of the Wall
Street Journal who praised the Italian mom model.
Now we are
not interested in discussing this new list of mom models. What we want to
discuss is the fact that media insist in proposing and discussing a role model.
We do
believe that more than pursuing an ideal profile it would be more useful to
understand what education is and what its goal is and therefore, as a
consequence, which is the role of a mom.
And then
adapt moms’ behaviors to the real need of the kids.
We tend to
believe that this crazy quest for the perfect mom actually hides the search for
the perfect code, the irreproachable way of parenting, or the easiest way to
blame different behaviors.
What do you
think?
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1 commenti:
Forse nasconde l'insicurezza di chi non sa cosa serva a portare i bambini all'altezza delle proprie aspettative!Basterebbe solo pensare che educare significa solo "portare alla luce" e quindi semplicemente, ascoltarli empaticamente e tirar fuori da loro esattamente ciò che loro hanno già dentro!Il compito nostro è solo quello,il più difficile:ascoltarli.
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