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venerdì 2 settembre 2011
Autostima - Self-esteem
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Prossimo post/next post Lunedì/Monday September 5th
Abbiamo discusso nel post precedente la difficile ricerca di un equilibrio tra la vera felicità, radicata nella lotta contro la sofferenza, e quella falsa e vana basata invece sull’inutile ed impossibile sforzo di tenere lontani doloro e noia. Vorremmo sottolineare come questa battaglia per trovare l’equilibrio tra due potenzialmente devastanti errori sia probabilmente la sfida più grande che i genitori devono vincere oggi per educare i proprio figli.
Quindi facciamo un passo avanti e affrontiamo un altro tema educativo vitale: l’equilibrio tra autostima e umiltà.
Siamo ben consapevoli che l’autostima oggi rappresenta un problema: che sembra essere l’elemento mancante nelle generazioni più giovani. Così si dice almeno. La nostra esperienza personale tuttavia è un po’ diversa: vanità e orgoglio sembrano essere largamente diffusi. D’accordo, questo è un tratto comune a tutte le generazioni di adolescenti che hanno popolato il mondo, e noi stessi –ce ne ricordiamo- da ragazzi abbiamo creduto di avere tutte le soluzioni per risolvere facilmente tutti i problemi del mondo e siamo rimasti delusi s frustrati dagli adulti che non volevano darci retta.
La differenza oggi è che nessuno ci prendeva troppo seriamente e che ci venivano illustrate le risposte giuste, meglio corrette. Sembra invece che tutti ora, specie i genitori, lungi dal prendere le distanze, applaudono, si rallegrano ed esultano davanti alla meravigliose scoperte di questi ragazzi.
Sembra che un genitore proprio non possa dire ai figli, nei giusti modi, che stanno sbagliando, che sono in torto, che hanno fatto un brutto lavoro, che dovrebbero stare un po’ più… rasoterra in certe occasioni, specie quando sono coinvolto altri adulti.
Perché accade questo? Perché, come abbiamo visto nel post precedente, vogliamo evitare loro sofferenze? O perché vogliamo essere apprezzati da loro avendo ben chiaro che la nostra popolarità piomba quando li rimproveriamo?
Chiaro che non stiamo dicendo che dobbiamo solo sgridarli senza mai riconoscere i loro meriti. Abbiamo parlato di equilibrio, di giusto mezzo.
Il suggerimento che possiamo dare è di concentrarsi sui comportamenti e non sulla persona: c’è molta differenza nel dire “sei grande, sei il migliore” e dire “questo è un ottimo lavoro”.
Chiara la differenza?
Dobbiamo incoraggiare e promuovere i loro buoni e sani comportamenti, non il loro orgoglio.
Che ne dite?
English version
We discussed in the previous post the difficult search for the balance between the true happiness, rooted in the fight against suffering, and the false and vane one, based on the useless and impossible attempt to avoid sorrow and boredom. We pointed out how finding the equilibrium between two dangerous mistakes is perhaps the most hard challenge that parents need to overcome to educate properly their kids
So let’s go further on and talk about another main point in education: the balance between self-esteem and humility.
We are well aware that self-esteem could be a problem nowadays. That this is what seems to lack mostly in the new generation. This is what we have been told at least. Our personal experience is that the true situation is slightly different: conceit and pride seems to be widely present in our world. Well actually this is a common trait of all the teen generations, we too when we were teens believed to have all the solutions to solve all the world’s problems and were disappointed by the adults. The difference was that nobody took us seriously and we were given the right answers. Now it seems that everyone, especially parents, just cheer and applaud rejoicing for the marvelous discovers of these young guys.
It seems that we cannot tell them that they are making mistakes, that they are wrong, that they did a bad job, that they should stay put.
Why this? Because we want prevent them from suffering? Or because we want to be appreciated by them being well aware that our popularity goes down when we scold them?
Of course we are not saying that we have to reproach them continuously and we do not have to appreciate their success.
Our suggestions though is to focus on behaviors not on being: I mean there is a great difference in saying “your are great, you re the best” and saying “this is a good job, well done”.
Can you grab the difference?
We need to encourage and promote good behaviors, not push on their pride.
What do you think about?
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