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martedì 23 novembre 2010

I figli ci guardano? - Children mirroring

Prossimo post Next post giovedì/Thursday 25th novembre
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Guardiamo con attenzione: è facile vedere nei nostri figli la scintilla dei nostri comportamenti. 
Tendono a riflettere ciò che facciamo e diciamo, e come lo diciamo, come se –come spugne- assorbissero con grande facilità il nostro modo di agire.
Sfortunatamente ciò che sembrano copiare con più energia e immediatezza sono i nostri comportamenti peggiori: come urliamo quando vogliamo avere ragione a tutti i costi; il modo con cui scrolliamo le spalle quando siamo infastiditi; quelle stesse parole che siamo soliti gridare quando siamo così arrabbiati da non trovare la strada per calmarci.
Da quando iniziano ad interagire, dalla tenera età, mostrano queste stesse debolezze, cosicché guardando loro è assai facile scoprire quali siano le nostre principali fragilità. Come mai? 
Perché, come vorremmo, non sono in grado di copiare i nostri comportamenti virtuosi, quelle qualità che tutti apprezzano in noi? 
O per lo meno: perché non lo fanno con altrettanta rapidità e facilità?
Questo è uno di quei misteri della natura umana che possiamo solo constatare senza coglierne la causa scatenante. Detto ciò è però opportuno considerare che uno dei nostri principali doveri è quello di “infettare” i nostri figli con tutti quei valori e quelle virtù che riteniamo possano essere una risorsa per la loro, e la nostra, vita.

Come possiamo farlo? 

In un suo recente libro La famiglia imperfetta, del quale abbiamo già parlato in questo blog, la neuro-psichiatra infantile Mariolina Migliarese, afferma che i nostri figli possono svilupparsi in modo sano solo all’interno di una relazione, ed una relazione d’affetto: “il cucciolo d’uomo si sviluppa solo nella relazione e si costituisce in conformità con le aspettative delle persone che più ama. Sono aspettative spesso inconsapevoli, e che si trasmettono impercettibilmente e continuamente attraverso il ricchissimo scambio di feedback comunicativi tra bambino e ambiente ”.

La famosa scuola di Palo Alto, il Mental Research Insitute di Paul Watzlawick, il famoso psichiatra che ha dato il via allo studio della comunicazione, ci ha insegnato che è impossibile non comunicare, ogni cosa che facciamo trasmette un messaggio. Ogni singola cosa.  Non solo le parole dunque, anzi. Come pronunciamo le parole, come ci atteggiamo mentre le diciamo, che cosa facciamo. Le situazioni in cui diciamo e facciamo parole. Le nostre azioni, che parlano molto più incisivamente delle nostre parole (o delle nostre prediche).

Quali sono i messaggi che trasmettiamo ai nostri figli?

Ricordo una lezione memorabile che mi impartì mio figlio Andrea, quando aveva quattro anni. Stavo accompagnando lui e la sorella, che all’epoca aveva 2 anni, all’asilo. La nostra terza figlia non era ancora nata. Scendendo in strada per prendere la macchina, parcheggiata sul marciapiede, mi accorgo che infilato nel tergicristallo c’è il solito fastidioso volantino. Senza farci caso lo appallottolo e lo butto per terra, tra marciapiede e auto posteggiate. Salgo in auto e Andrea mi apostrofa immediatamente “Papà, sei un maleducato!”. Stupito, lo guardo e chiedo “e perché mai?”: Replica: “perché ci dici sempre che non bisogna buttare cose per terra e tu hai appena buttato la carta”. Vero. Esco, raccolgo la carta, risalgo in macchina, e getto insieme a lui la pallina di carta nel cestino dell’asilo.
Che cosa sarebbe successo se invece di riprendermi Andrea avesse tenuto la cosa per sé? Che cosa avrebbe imparato? Che gli adulti ordinano di fare cose che non fanno?

Siamo coscienti che le azioni immediate hanno ripercussioni nel lungo periodo?





Ci viene chiesto di creare il miglior ambiente nel quale far crescere i nostri figli, ambiente umano, ricco di amore, dove possano apprendere ad essere brave persone, ottimi cittadini, buoni cristiani.
Dobbiamo avvolgerli in un amore nudo, costruito su comportamenti corretti, e dobbiamo lottare di continuo per migliorarci così da poter meritare l’amore dei nostri figli. Perché a loro siamo debitori di tutto: specie del futuro.

In un recente incontro della mia rete internazione uno dei relatori mi ha sorpreso affermando che :

 “la formazione non cambia i comportamenti, è la leadership a cambiarli”. 

Dico sopreso perché essendo la formazione il core business della rete, poteva sembrare come une affermazione suicida. In realtà aveva perfettamente ragione. Forse sarebbe meglio dire che la formazione da sola non cambia i comportamenti. Perché c’è bisogno di incentivazione, di motivazione, di guida. Di leadership insomma, di un capo che sappia ispirare e trasmettere la forza che induce e sostiene il cambiamento.
In famiglia questa forza si basa soprattutto sull’amore e sul buon esempio: l’amore crea il canale più adatto, specie dal punto di vista emotivo, per trasmettere i valori che vogliamo. E gli esempi positivi rinforzano il messaggio.

Che cosa stiamo facendo per sostenere i nostri figli? Come mostriamo loro il nostro amore e i nostri valori? Avete esempi o suggerimenti da condividere con noi?



 English version





Just look carefully: you will detect in your children a sparkle of your behaviors, they tend to mirror what you do and say, as if –like sponges- they can easily absorb your way of acting. 
Unfortunately what they seems to copy the most are our worst behaviors: they way you scream when you want to affirm your point, how you shrug when you are annoyed , the same word you shout when you re so angry you can’t find a way to calm down.

Since they start interacting , they show these weaknesses, so that watching them you could easily get your worst poorness. Why this? Why can’t they learn and duplicate with the same quickness your best behaviors?

That’s one of the mystery of human nature, that we can just witness without getting the deep root. Nonetheless we have to strive to “inject” in our kids all the good value and the consequent behaviors that we believe will be a resource for their lives. And ours too!

How can we? 

In her recent book the neuro-psychiatrist Mariolina Migliarese, we introduced some posts ago, states clearly that  our kids can growth and improve just inside a love relation. And through the infinite number of feedbacks and examples we gave them not daily but second after second.

The famous Palo Alto psychiatrist school, lead by Paul Watzlawick taught us that we cannot not communicate: everything we do forwards a message, very often a meta-message that can be perceived not in our words, but in the way we speak those words, in the body language we use to hand those words and in the situation in which those words are pronounced.  And our actions which speak much louder than our words, or should we say preach?

Which messages do we usually give to our children?

I remember one of my hardest lesson learnt. My third child was not yet been born. I was taking Andrea, almost 4 and Chiara, 2 years old, to the kinder garden. Approching the car parked on the street I noticed an advertisement between the windscreen wiper, as it used in Italy. I unawares took it out, made into a ball, and threw it on the sidewalk. I know, it was a mistake. Even this can be usual in Italy, it’s something you teach you kids not to do.

Actually, when I jump into the car this was what my son told me: “you’re a bad guy!”. “Why this Andrea?” I asked confused. “Because you always tell us not to dirty the sidewalk and that’s what you just did!”. “You’re right I said”. I got down from the car, took the damn ball of paper, took it with me inside and finally dropped  in the trash once arrive at school.
What if Andrea said nothing to me and just kept it into his heart? Who would had he learnt from me?
Are we aware that short term behaviors have long term consequences? Wrong examples can last forever. 

We are called to create the best environment for our kids, the place full of love where they can learn to be good people, good citizens, good Christians.

We need to enfold them with a naked love, based on right behaviors, and we have to strive continuously to improve ourselves so that we could deserve the love of our children. Because we owe everything to them, especially their future.

In a recent international meeting of my network one of the speaker amazedly claimed 

“training does not change behaviors. Leadership does”. 

I said amazedly because training employees, sales reps is our job.  So what? Was it wrong? Not at all. I would have said Training alone does not change behaviors, leadership does. But in any case he was right: it’s the example, the motivation, the lead that support you and provide you enough inspiration  and driving force to strive, to win the inner resistance to change, to improve.
In a family this power is mainly based on love and good examples: love create the best emotional channel in which you can broadcast the value that you cant to convey. And good examples  reinforce the messages.
What are we doing to confirm your kids? How can we show them our loves and our values? Do you have suggestions or examples to share with us?
domenica 21 novembre 2010

Che cosa sono per te? - Do I mean something to you?


Prossimo post Next post martedì/Tuesday 23 novembre
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Ti interessa l'audio del nostro incontro sui linguaggi d'amore per adolescenti? Scaricalo da qui!



Come promesso torniamo alle parole di rassicurazione come linguaggio dell’amore. Abbiamo parlato qualche tempo fa di cosa significhi questo nei confronti dei bambini, ora consideriamo gli adolescenti, in un post successivo ci concentreremo sui coniugi.
La rassicurazione è davvero importante per gli adolescenti: si trovano, infatti, ad affrontare una sfida enorme: la scoperta di un nuovo mondo che temono e, anche se sembra che rifiutino qualsiasi cosa venga dai loro genitori, in realtà sono molto ricettivi ed attenti ai loro giudizi. Hanno bisogno di essere aiutati nel loro viaggio verso l’età adulta soprattutto se abbiamo parlato loro attraverso il linguaggio della rassicurazione durante l’infanzia.
A dire il vero è un compito difficile per i genitori: sembra che ogni certezza che avevamo sia stata spazzata via bruscamente nel momento in cui i nostri figli si sono affacciati all’adolescenza. Il cambiamento è evidente e in genere ciò che vediamo non è ciò che ci piacerebbe. Ma è comunque il nostro compito.
E’ difficile trovare il giusto equilibrio tra correggerli e supportarli, e non far trasparire alcun rimprovero! Se esprimi delusione reagiranno con rabbia, se esprimi approvazione … reagiranno comunque con rabbia! Molto spesso.


Cerchiamo quindi un modo per aiutarli: il primo requisito è essere un ottimo osservatore. Dobbiamo osservare attentamente, a distanza, cosa fanno e provano ed esprimere il nostro apprezzamento basandolo sui fatti. Un adolescente detesta essere trattato come un bambino, così “bravo ragazzo” e “bella ragazza” li faranno arrabbiare e non li aiuteranno per nulla. Poni attenzione a ciò che fanno ed esprimi la tua approvazione e gratitudine: “Ho visto che hai aiutato tua mamma a rifare i letti. Grazie per il tuo aiuto”, “I nostri amici mi hanno detto come ti sei comportato mentre eri là. Ti ringrazio per questo”, “Hai giocato veramente bene oggi, ho visto che hai aiutato davvero la difesa della tua squadra. Hai fatto bene ..”
Non essere troppo esigente quando gli affidi dei compiti da portare a termine: il garage non può essere pulito come vorresti, la loro stanza ordinata come ti piacerebbe, la tavola apparecchiata come avresti fatto tu… Dobbiamo mettere in evidenza i loro sforzi più che i risultati.
Il riconoscimento di quanto fatto è uno dei due modi di utilizzare le parole di rassicurazione: esprime piacere per le loro azioni. Il secondo modo per dare supporto ai nostri adolescenti è utilizzare parole di tenerezza. Devi dimostrargli che li ami ancora. Potrebbe essere più semplice per le mamme dire vi amo ai propri figli. Ma anche i padri devono parlare questo linguaggio. In questo caso dobbiamo focalizzarci sulla loro persona, su chi sono.
Esempi possono essere:

  •  Amo stare con te
  •  Sono orgoglioso di te
  • Realizzi i miei sogni
  • Mi manchi quando sono via
  • Sono fortunato ad essere tua madre/tuo padre
  • Sono felice di essere con te ora


Chapman suggerisce anche di far riferimento alla personalità dei nostri figli concentrandoci sul modo in cui sono soliti comportarsi:

  •  Ammiro il tuo modo di essere così aperto nei confronti di persone che ancora non conosci.
  •  So che posso fidarmi di te, sei così affidabile.
  • Sei così allegro, porti la felicità nella nostra famiglia.
  • Mi piace il modo in cui incoraggi gli altri.
  • Sei sempre così sereno, mi piace!

Gli adolescenti hanno bisogno di essere incoraggiati, è nostro dovere dargli il nostro supporto. 


Secondo la vostra esperienza quali altre parole potremmo dire? Quali sarebbero maggiormente le benvenute?


English version 
As promised we are back to Chapman’s words of affirmations way of loving. We discussed some time ago what does this mean for kids and now let’s consider teens and we will focus on spouses in a next post
Affirmation is really relevant for teens: they are facing a huge challenge, discovering a new world which they fear and, even though they seem to reject everything coming from their parents, they are very receptive and responsive to our judgments. They need to be supported in their journey towards adulthood especially if we talked words of affirmation during their childhood.
To tell the truth it’s an hard job for parents: it looks like every certainty we have faded away abruptly as our children broke into adolescence. We notice easily the change and usually what we see it’s not what we would like to. It’s out job though.
It’s difficult to find the right balance between correcting them and supporting them, and don’t look for any rewards! If you speak your frustration they will react with anger, if  you speak your approval they will… react with anger too! Very often.
So let’s find out way to support them: first requirement is to be a very good observer. We need to watch carefully, from a distance, what they do and feel and express our appreciation based on fact. A teen hate to be treated like a child so “good boy” “nice girl” will just upset them to the top and win no support at all. Stay focused on what they do and point out your approval and gratitude: “I notice you help your mother is cleaning the bedrooms. Thanks for being a resource to her”, “I’ve been told by our friends that you behave while you were there. Thank you for that”, “You played very well today, I noticed that you gave a real support to the defence of your team. That was well done”.
Don’t be too demanding when you give them a job to perform: the garage cannot be clean as you wish, their room not so tidy as you desire, the table not dressed as you would have done…. We have to focus of their efforts much more than on the results.
Appreciation of facts is one of the two way of speaking words of affirmation: it reflects your pleasure  for their actions. The second way to support your teens is speaking words of tenderness. You have to show them you still love them. It could be easier for moms to say I love you to their children.  Nonetheless fathers to have to speak these words. This time we have to focus on their person, who they are.
Samples can be: (elenco puntato)

  • I love staying with you
  • I’m proud of you
  • Your fulfill my dreams
  • I miss you when I’m out of town
  • I’m lucky to be your mother/father
  • I’m happy to be with you right now


Chapman suggests also to refer to your children’s personality focusing on the way they use to behave:

  • I admire your way of being so receptive with people you do not yet know
  • I know I can trust you, you are so reliable
  • You are so bright, you bring happiness to our family
  • I like the way you cheer other people
  • You are always so calm, I like that!

Teens need encouragement, it’s our duty to support them. 
In your experience which other words could we say? What are the most welcomed?

venerdì 19 novembre 2010

Intervista a Massimo Bettetini - Interview with Massimo Bettetini

Prossimo post Next post Sunday/Domenica 21 novembre
 Scroll down for English version


Massimo Bettetini è psicoterapeuta, psicologo della fiaba e poeta. Collabora con riviste pedagogiche, ha vinto premi letterari ed è autore di libri per bambini, biografie e testi divulgativi di psicopedagogia. Ha curato la collana di successo L'arte di educare uscita con Famiglia Cristiana nell'autunno 2009; successo ripetutosi quest'anno con la nuova collana Essere genitori.
Su Facebook è il responsabile dell'omonima pagina, Essere genitori; la pagina del noto social network divenuta, con i suoi quasi 30.000 iscritti un autentico "caso".

Da dove e perché è nata l’idea di una pagina Facebook dedicata alla famiglia?
"Poco più di un anno fa, la dirigenza della rivista Famiglia Cristiana ha ideato una Collana editoriale, affidandone a me la direzione e la cura. Si è dato corpo a un titolo suggestivo: L’arte di educare. Otto libri di successo e dal profondo contenuto, che facessero fronte all’emergenza educativa, di autori importanti, che lasciassero traccia, da distribuire, a prezzi stracciati, insieme alla rivista. Era di per sé una sfida, che ho subito accettato volentieri. Abbiamo cercato, adeguato, ampliato, ristretto, prefato, stampato, pubblicato… Nel produrre questo lavoro editoriale di libri al tempo di un settimanale, è venuta l’idea di stare ancora più vicino ai lettori tramite la dinamica rapida e aperta del social network. Così, tecnicamente ed eccellentemente supportati da Performedia, è nata la Pagina Facebook Essere genitori. È stato un immediato successo, di contatti, iscritti, e quant’altro, molto al di là delle nostre aspettative. Una chiave di lettura di questo successo perdurante nel tempo può essere il fatto che da subito ci siamo adeguati alla rapidità di Facebook, con risposte in tempo reale alle tante Discussioni aperte dai medesimi utenti. Il valore aggiunto è senz’altro dovuto alla semplicità e spontaneità dello strumento comunicativo e, ancora di più, ai contenuti che cerchiamo di trasmettere.
Attualmente abbiamo più di 30.000 iscritti: un piccolo record per una Pagina che vuole essere impegnata, ma non noiosa, simpatica, ma non leggera".


Quali sono gli argomenti che interessano di più i frequentatori della pagina?
"A trecentosessanta gradi. Volendo, però, possiamo dire che le tematiche più importanti riguardano il rapporto autorità genitorialità, come e quanto controllare l’utilizzo degli attuali mezzi di comunicazione (tra cui spicca internet), la ricaduta dei conflitti genitoriali sui figli".


E le principali preoccupazioni che raccogli dagli interventi sulla pagina?
"Le Discussioni, o più semplicemente le domande, variano dai dettagli all’apparenza più piccoli di vita quotidiana, ai grandi temi di fondo, pedagogici, ma anche filosofici ed esistenziali. La maggior parte dei lettori scrive sulla Bacheca o nello spazio Discussioni. Con discreta frequenza, però, ricevo anche messaggi nell’area diciamo “privata” di Facebook; chiaramente si tratta di richieste di aiuto più delicate in situazioni talvolta difficili.
La preoccupazione principale concerne la crescita sana, sotto tutti i punti di vista, dei figli, e, oserei dire, la tenuta psico-fisica dei genitori. Insieme ad apertura e spontaneità, si nota infatti la consapevolezza della propria fragilità. Per questo gli interventi di risposta si basano frequentemente su un ottimismo radicato sulle reali capacità della coppia; un ottimismo, quindi, realista, che spinge papà e mamme a trovare dentro di sé le risorse per fare fronte a quelle che spesso sono vere e proprie emergenze.
Sottolineo frequentemente la necessità di esigere dai figli, proprio perché si ha fiducia in loro: ti esigo questo perché so che ne sei capace. In fine, il condimento dell’ironia, che fa sempre bene e che permette di pensare, pur in mezzo alle burrasche quotidiane".


Di che cosa si occuperà in questo nuovo anno la collana dalla quale è nata l’idea della pagina?
"Quest’anno abbiamo previsto l’uscita, già in atto, di dieci volumi, sempre unitamente alla rivista cartacea. La Collana si intitola proprio Essere genitori, come la Pagina di Facebook. Dieci libri sono tanti, ma d’altronde l’onda lunga della Collana precedente è durata più di un anno, con persone che chiedono anche oggi i libri usciti dodici mesi fa. Anche questo, per noi, è un grande successo. Si tratta di dire ai genitori che non solo il carico che hanno sulle spalle è condiviso, ma che è possibile portarlo e portarlo alla meta.
Questo significa che l’emergenza educativa c’è. La qualità dei libri scelti indica in modo palese che non vogliamo cavalcarla commercialmente, ma metterci al servizio dei genitori per infondere loro coraggio. La famiglia è stata colpita alle fondamenta, i cecchini hanno centrato il bersaglio, d’accordo; ma la famiglia in quanto tale ha tutte le risorse per uscire dal guado".


In tre parole, un consiglio per i genitori.
"Primo: amare i propri figli (non sto scherzando: i figli hanno bisogno di sentire sulla propria pelle di essere voluti bene).
Secondo: comunicare valori ai propri figli e imparare a esigere senza fare male (ti esigo perché so che ne sei capace); ovunque io vada a parlare, prima o poi si parla dei valori e della scala che permette di raggiungere le mete alte di cui sopra. Bisogna perdere la paura dei valori.
Terzo: utilizzare tutti i mezzi a disposizione, culturali, legali, comunicativi, per realizzare una contro-rivoluzione silenziosa, ma efficace, la rivoluzione del cuore che porterà vita nuova all’istituto familiare".



 English version
Massimo Bettetini is a psychotherapist and fairy tales psychologist. He writes on pedagogic magazines. He has been awarded several literary prizes and published many books: children stories, biographies, psycho-pedagogic texts. After having been the editor of the series The art of education in 2009, this year he brought to success the new series named Being parents. He administrate the homonymous Facebook page: a true event with more that 30.000 subscribers.  
 
Why you decided to open a page on Facebook about parenting?
"Less then an year ago, the magazine Famiglia Cristiana launched a new series of books about being parents, and gave me the responsibility to manage it. We published since then eight books under the name of The art of education, to face the educational emergency . These books were written by well known solid pedagogues, we wanted them to leave a legacy, and sold at very low price together with the magazine. I confess it was a true challenge that I immediately accepted. During the hard work connected with the series we had the idea to find a way to stay closer to the readers, and Facebook was the first choice. With the excellent support of Performedia our FB page was born!
We got an instantaneous success, far exceeding expectations: maybe because we respond with the same pace of the social network, that means prompt answers to the wide range of discussions proposed by the readers. At present we have more than 28.000 subscribers: quite a record for a webpage which wants to talk seriously about the family". 

Which are the subjects that the readers love the most, are mostly interested in?
"I have to say all of them. To streamline, I’d like to point out three of them:
The authority of the parents
The use, and misuse, of the media, internet first
The consequences for the kids of the conflicts between parents".

Which are the most relevant issues that surface from the blog?
"Although the subjects are discussed on the suitable web page, I often receive also private messages asking for help to handle specific concerns, very difficult situations.
The main anxieties are about the healthy growth of the kids, meaning by healthy not just the physical aspects, but mainly the psychological ones, and the psycho-physical power of the parents. Parents tend to discover and become aware of their fragility. This is why our answers are based on a realistic optimism: we want to point out that  parents must and can find inside the couple the needed resources to handle every situation, emergencies too.
I stress the one specific concept : you have to be demanding! You have to ask showing in this way that you trust your children. And I suggest to use irony as a wonderful tool to show love and appreciation!" 

To wrap up, which are your three suggestions for parents?
"One: love you kids. I’m not joking, I mean show your kids you love them. Show. Say words of love. Do actions of love.
Second: show the values you believe in and be demanding. Follow the right values and do not be afraid of talk values. They are mandatory!
Third: use all tools you have –culture, law, communication- to realize a new revolution, bloodless and effective, to restore the importance of the family and give a new life to it".
 

giovedì 18 novembre 2010

Che cosa facciamo quando parliamo d'amore - What We do really When We Talk About Love


Prossimo post Next post Friday/Venerdì 19 novembre
 Scroll down for English version 

Ci sono libri che vanno spremuti rigo per rigo, tanto sono intensi, e condivisi e consigliati perché lo meritano. La famiglia imperfetta di Mariolina Migliarese è uno di questi e ne coglieremo i frutti a lungo in questo blog.


Partiamo dal titolo: perché una famiglia imperfetta? Come ci ha insegnato 1984 di Orwell, e spiegato ulteriormente Farenheit 451 di Bradbury,  chi possiede il linguaggio detiene il potere. La parola “perfezione”, che è un termine assolutamente positivo, è stata in qualche modo distorta fino a farla diventare l’equivalente di un falso standard percepito: perfezione è la bellezza di alcuni attori o attrici irraggiungibili; il corpo deve essere perfettamente modellato e magro; la felicità scoppiettante. Questa non è perfezione: questo è ciò che qualcuno vuole farci credere che sia la perfezione. Mentre in realtà non lo è affatto.



Veniamo dunque alla famiglia: qual è la famiglia perfetta? Ed il matrimonio perfetto? Quelli in cui non accade nulla di doloroso? Nessuna difficoltà? Nessun problema? Nessun disaccordo? Questa non è la perfezione, è assenza di vita reale.
La perfezione è connessa con ciò che c’è di buono ed è un limite al continuo inseguimento. Non una condizione di partenza da imporre. Ciò che Mariolina suggerisce è che non dovremmo preoccuparci se il nostro matrimonio o la nostra famiglia non sono “perfetti”, partendo dal presupposto che vogliamo impegnarci per migliorarli.


Lo stimolo che vogliamo sviluppare oggi riguarda la coppia. Che, come detto in un post precedente, viene sempre prima. Perché è la pietra fondante della famiglia. Non stiamo in alcun modo dicendo che un genitore single non possa fare un lavoro grandioso. Stiamo solo affermando che quando una famiglia può contare su una madre ed un padre, questi devono necessariamente investire tempo ed energie nel costruire una relazione forte, felice e stabile.
Il matrimonio è basato sull’amore, e molti autori americani hanno chiarito che si tratta di un verbo, non di un sentimento.
Ora, grazie ai suggerimenti tratti da Mariolina Migliarese e dal suo libro La famiglia imperfetta, decrittiamo cosa dovrebbe essere l’amore in questo modo:
A bbandonare
M odificare
O sservare
R ipensare
E spandere
Di cosa stiamo parlando? Stiamo giocando con la famiglia? Per nulla. Ora spieghiamo subito cosa abbiamo fatto creando questo acronimo con la parola amore.




Abbandonare: non farti intrappolare da “non è da me”, “mi sono sempre comportato in maniera differente”. Questo solitamente è l’inizio della fine dell’amore. Sii pronto a cambiare il tuo punto di vista, le tue abitudini. Non pretendere di trasferire la tua vecchia vita in quella nuova. Questo è un rischio ancora più elevato per i matrimoni di oggi, in quanto una volta le persone si sposavano molto giovani e quindi non avevano ancora delle abitudini consolidate. Oggigiorno, al contrario, ci si sposa quando si è vicini ai quaranta …
Modificare: cambiare i propri comportamenti, non fossilizzarsi sulle proprie posizione, sulle proprie abitudini, sulle proprie comodità. La vita è dinamismo, la famiglia è una realtà in continuo cambiamento. Come puoi pensare di continuare ad imporre le tue abitudini? Essere pronti a cambiare per adeguarsi al nuovo modo di amare richiesto dagli altri. Pensiamo al cambiamento che i figli affrontano nell’adolescenza: come possiamo continuare ad amarli se ci limitiamo a  restare sulle nostre sclerotiche abitudini e lamentarci che “non sei più la mia bambina”?
Osservare: non agire impulsivamente, cerca di comprendere le implicazioni, le ragioni, le cause, le intenzioni. Fermati e prenditi il tempo necessario per pensare a cosa sta accadendo prima di reagire. Osserva il tuo coniuge, i tuoi figli, i tuoi amici. E cerca di non giudicare ciò che stanno facendo e dicendo. Cerca al contrario di trovare una ragione alle loro azioni.
Ripensare: ripensa il tuo amore impegnandoti a migliorarlo ogni giorno, a piccoli passi ma con coerenza. Le nostre vite sono movimento: noi cambiamo un poco ogni giorno. Non siamo gli stessi della scorsa settimana, anche se non siamo in grado di percepire i nostri cambiamenti. Siamo però consapevoli di non essere gli stessi di due anni fa! E quindi? Possiamo davvero credere di essere cambiati all’improvviso nel corso degli ultimi 24 mesi? Sii dinamico, non congelare te stesso né le persone amate in ciò che qualcuno ha chiamato la statua di sale (ricordi la moglie di Lot?).
Espandere: non pretendere di essere al centro del mondo. Sii pronto a cambiare il tuo atteggiamento, anche molte volte in un giorno se le situazioni lo rendono necessario. Non stiamo dicendo che devi tradire i tuoi valori o convincimenti. Per nulla! Ma, sinceramente, quante volte in una giornata i tuoi valori fondamentali sono messi sotto attacco? Quante volte ciò di cui stai discutendo sono in realtà preferenze personali o abitudini che possono essere cambiate? Prova a vedere le cose da un diverso punto di vista e aiuta le persone che ami a fare lo stesso con calma, ponendo domande appropriate e senza difendere il tuo punto di vista in modo aggressivo.
Cosa ne pensate? Potrebbe essere un buon modo di … amare?

 English version
There are book that deserve to be squeezed line by line because they are so rich that you can not but study them, and share the content and suggest them to as many people as you can. The one we are talking about right now, The imperfect family by Mariolina Migliarese, unfortunately has not yet been translated to English, but it should and if someone of our reader could be interested in and support the translation, trust me, it will be a good deal for everyone.




Let’s start from the title: why an imperfect family? Well, as Orwell’s 1984 taught us, and Bradbury’s Farenheit 451  expanded, his who owns the language owns the power. Now the word perfect, which is such a positive term, has been in someway twisted to become an equivalent of a perceived false standard: perfection is the beauty of some unattainable actor or actress or top model; the body should be perfectly sculpted and slim; the happiness crackles. This is not perfection: this is what someone what us to believe perfection is. And actually it is not. So the family: what is a perfect family? And a perfect marriage? Those where nothing painful happens? No hurdles? No issues? No quarrel? That’s not perfection, that’s absence of true life. Perfection is connected with what good is and is a limit to pursue. Not a starting condition to impose. What  Mariolina suggests is that we should not be worried if our marriage or our family are not “perfect” assuming that we are willing to strive for improving it.
The clue we’d like to expand today is about the couple. Which, as we mentioned in a previous post, always come first. Because it’s the founding stone of the family. When you can count on a couple. We are in no way suggesting that single parent can’t do a great job. We are just saying that when a family can count on a mother and a father, it is mandatory that the spouse invest time and efforts in building a strong, happy and healthy relationship.



A marriage is based on love, that many American authors clarify to be a verb and not a feeling.
Now, thanks to the suggestions from Mariolina Migliarese and her book The imperfect family, we came out to decrypt what love should be in this way
L eave
O bserve
V alidate
E xpand
Now, what the hell is this? Are we joking with the family? Not al all. Let us explain what we did in creating this acronym with the world love.

Leave: don’t get trapped in “this is not my way”, “I’ve always done differently”. This is usually the beginning of  the end of love. Be prepared to change your point of view, your previous habits. Do not pretend to import your previous life in this new one. This is a danger more and more relevant in today’s marriages, since once people used to marry when they were really young and have had yet no time to build solid habits. While now, if you marry when you’re almost forty…
Observe: don’t act impulsively: try to understand implications, reasons, causes, meanings. Stop and take your time to think what’s going on before react. Observe your spouse, your children, your relatives, your friends. And try not to judge what they are doing and saying. Try to find a reason for their actions. 
Validate: strengthen your relationship by re-planning your behavior and actually modifying them. Validate your love being able to improve, daily, slowly, but consistently. Our lives are movement: we change a little bit every day. We are not the same we were last week even though we cannot perceive our changes. But we are truly aware that we are not the same we were two years ago! Now, what? Do you believe we change abruptly somewhere in the middle of the last twenty-four months? Or that we slide downhill (or uphill if you prefer)? So be dynamic, do not froze neither yourself nor your beloved in what someone called the salt statue (do you remember Lot’s wife?)






Expand: don’t pretend to be the center of the world. Be ready to change your mind, many times a day, when required by the situations. We’re not saying that you have to drop your core values or your believes. Not at all! But, actually, how many times in a day your founding values are attacked? How many time what you’re discussing is a personal preference or habits that can be changed? Try to see things from a different point of view and help your beloved to do the same smoothly, asking powerfull questions, not asserting your way in an aggressive way.
Now what do you think? Could this be a nice way to… love?   
martedì 16 novembre 2010

La ricerca della felicità - The pursuit of Happyness

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Per rendere una famiglia felice bisogna lottare con il mondo, anche quello del lavoro. L'Italia non è un paese facile per le donne da questo punto di vista: ognuno di noi conosce almeno una situazione in cui una donna, una mamma, è stata costretta a drammatiche scelte o è stata pesantemente penalizzata.
Anche questo è un tema che vogliamo affrontare nel nostro blog e per questo abbiamo chiesto a Stefania Boleso, mamma, che ha dovuto patire questa situazione e che non si è data per vinta, di esprimere il suo parere. Quotidiani, periodici, televisioni, ovviamente il web, si sono occupati del suo caso, spesso lasciando cadere la vicenda una volta esaurito l'effetto scoop. Lei è andata avanti, aprendo due blog I pensieri di Stefania e Senza donne per combattere per tutte le donne.
Per questo volentieri le lasciamo la parola.

1) All'interno degli equilibri familiari da trovare c'è anche il tema del lavoro femminile. Quali sono le principali difficoltà che una donna incontra oggi nel mondo del lavoro?

 "Comincio con alcuni dati che riguardano l’Italia:
  • Il tasso di occupazione femminile è pari al 46%, 12 punti percentuali in meno rispetto alla media europea (dati Istat 2009) e 14 punti punti percentuali in meno rispetto all’obiettivo fissato dal Trattato di Lisbona;
  • Il 27% delle donne lavoratrici esce dal mercato del lavoro dopo la nascita del primo figlio e un altro 15% non rientra più dopo la nascita del secondo figlio (dati Istat-Isfol);
  • A parità di inquadramento e funzioni, nel nostro Paese una donna percepisce uno stipendio del 21,4% inferiore a quello di un uomo (dati Bankitalia e Istat) ;
  • Il tempo dedicato alla cura della famiglia e della casa risulta per il 77% ancora a carico delle donne (rapporto CNEL 2010);
  • Gli asili nido possono accogliere solo 23 bambini su 100, una percentuale di 10 punti inferiore all’obiettivo fissato dal trattato di Lisbona.

Quindi volendo sintetizzare, per una donna è più difficile trovare un’occupazione. Nel momento in cui lo trova, guadagna meno di un suo collega uomo, e quando ha un figlio nella maggioranza dei casi termina la sua possibilità di far carriera, quando non esce definitivamente dal mercato del lavoro. Come se non bastasse, l’attività di cura è a carico delle donne, con servizi pubblici a supporto spesso insufficienti".


2) Come riesce una donna a coniugare il proprio ruolo di madre con quello di professionista? 

"Una delle caratteristiche tipiche delle donne è il cosiddetto “multitasking”: saper fare tante cose insieme. Questo ci aiuta nella vita quotidiana a coniugare il ruolo di madre e quello di professionista. Sempre con passione. Passione perché ci piace il nostro lavoro e allo stesso modo amiamo i nostri figli, che ci completando e danno un senso alla nostra vita. Ah, chiaramente tutto questo succede grazie alla nostra abilità ne fare mille acrobazie!"


3) Che tipo di aiuto si aspetta dal marito? Che cosa può fare di più un marito per aiutare la moglie nella ricerca di questo difficile equilibrio? 

"Quello che sostengo sempre è che un figlio non è solo un “problema” per la madre lavoratrice, quanto piuttosto un dono per entrambi i genitori, e per la società intera. Quindi il marito deve essere presente in tutte le fasi della crescita del bambino, fin dai primissimi giorni di vita. Troppi padri usano la scusa che nei primi mesi il rapporto madre/figlio è esclusivo ed insostituibile per defilarsi e lasciare tutto a carico della donna. Ci sono invece tantissime cose che un buon papà può fare per il suo bambino sin dal primo giorno, innanzitutto trascorrere del tempo con lui. Sapere di avere un partner su cui contare significa aiutare la donna a tenere insieme tutto quanto, vita privata e professionale. Fortunatamente mio marito è (ed è sempre stato) molto presente nella vita e nell’educazione di nostra figlia!"


4) Non riveliamo nulla di sorprendente nel dire che spesso le mamme che lavorano vivono interiormente il conflitto tra i due ruoli che ricoprono. Come è possibile affrontare questa battaglia e vincerla?

"Credo che la battaglia non si vincerà mai, bisogna solo imparare a convivere con il conflitto, senza farsi attanagliare dai sensi di colpa. E soprattutto saper trovare l’equilibrio di cui parlavamo prima, dando il giusto peso alle cose e ricordando che se tu sei una donna contenta, sarai anche una madre felice, ed il tuo bambino lo sentirà e ne trarrà beneficio".


5. Il tuo blog, che è stato avviato dalla volontà di reagire ad una dolorosa vicenda personale, sta diventando un punto di riferimento per fare chiarezza sul tema del lavoro femminile: quale obiettivo vorresti fosse raggiunto grazie al tuo impegno in rete? E in quale modo la rete, a prescindere dal tema specifico del tuo spazio, ritieni possa essere d'aiuto alle famiglie in senso ampio?

"Ho sempre pensato che i grandi cambiamenti avvengano dalle piccole cose. Quando ho aperto il blog avevo solo una cosa in testa: volevo utilizzare la risonanza provocata dal mio caso per mantere alta l’attenzione sulle problematiche legate alle donne e alle madri lavoratrici. Cammin facendo, ho scoperto altri blog e siti affini per tematiche a ciò di cui scrivo. Con altre donne ho “fatto rete”, e stiamo organizzando un evento, dove ci sia l’opportunità di conoscersi e di approfondire la tematica al di là della rete, per cercare di trovare anche delle soluzioni. Per quanto riguarda il web, credo che possa dare alle famiglie la possibilità di interloquire con persone geograficamente magari molto distanti tra loro, ma affini per sensibilità, interessi e, perché no, problemi. E quindi può dare la possibilità di trovare un punto di confronto, di ascolto e, se serve, aiuto".

English version
Happy family has to fight the world, often the business world too. Italy it's not an easy country for women, I mean talking about the business world (by the way: what about your country?). Each of us, here in the peninsula, knows at least one situation where a woman, a mom, has been penalized or compelled to harsh choices.
We want to face this argument too in our blog and this is why we asked to Stefania Boleso, a brilliant professional who suffered from being a mother, why she decided to fight back.
Her situation has been discussed in newspaper, magazine, Tv, websites, at least untill the news was hot. She didn't give up, she opened two blogs (I pensieri di Stefania and Senza donne) to fight not her battle but all moms' battle.
This is why we are honored and pleased to introduce her to you.

1) Among the family balances, there is also the issue of female work. What are the main difficulties that a woman finds nowadays at work?

"Let me start with some figures regarding Italy:
  • Female employment rate stands at 46%, 12% less versus European average (Istat data 2009) and 14% below the objective of Lisbon Treaty;
  • 27% of female workers exit the labour market after giving birth to her first child and another 15% doesn’t return to work after giving birth to her second child (Istat-Isfol data);
  • In the same level and position, in our Country a woman earns 21,4% less than a man (Bankitalia and Istat data);
  • Time dedicated to the family and household care is a female duty for 77% of the women (CNEL 2010 data);
  • Kindergardens capabilities can only cover 23 children out of 100, 10% less versus the objective of Lisbon Treaty.
To sum up, for a woman it is more difficult to find a job. When she finds one, she earns less than his male colleague, and when she becomes a mother, she often ends her career path, or she exits the labour market forever. Last but not least, family care is a female job and social support and services are often inadequate".


2) How does a woman suceed in combining her role of mother with the one of worker?

"One of the most popular female traits is the so called “multitasking”: women can do a lot of things at the same time. It helps us in everyday life to combine the mother and worker role. Always with passion. Passion as we love our job, and we love our children, who complete and give a meaning to out life. And everything becomes possible, as we are very good at doing one thousand acrobacies!"


3) What kind of help does she expect from her husband? What can a husband do in order to help his wife to find this difficult balance?

"What I always say is  that a child is not only a “problem” for the working mother, rather a gift for both parents and for the whole society. For this reason, every husband must be present in every single phase of the development of his own child, starting from the very first days. Too many fathers use the excuse that in the first months the relationship between a mother and her child is an exclusive and unique one to leave all the responsibilities on the mother’s shoulders. There are indeed a lot of things a good father can do for his child starting from the very first day. First of all, spending time with him. If a woman knows that she has a partner she can count on, it will be easier for her to keep everything together, private and professional life. Fortunately my husband is (and has always been) very present in my daughter life and education!"


4) Nothing surprising when we say that working mothers often suffer from an internal conflict between their two roles. How can we deal with this battle and win it?

"In my opinion we will never win the battle. What we can do is to coexist with the conflict, trying to manage it without too many guilt feelings. And above all, it is very important to find the right balance I mentioned above, giving the right importance to things and keeping in mind that if you are a happy as a woman ad mother, your child will feel it and benefit".


5) Your blog, that started from the will to react to a painful personal event, is becoming a benchmark to clear some issues related to female work: what is the objective your would like to reach thanks to your commitment in the web? And how do you thing the web con be of help for families, beside the theme you write about in your blog?

"I always thought that big changes come from small things. When I started my blog, all I had in mind was to use the echo coming from my “accident” in order to keep the attention high on the problems related to women and working mothers.
As time went by, I discovered blogs and websites similar to what I was (and still am) writing.
We created a strong network and we are organizing  an event, where we will have the chance to meet and go in depth into this kind of issues, and try to find some solutions.
I think the offers the families the possibility to talk and discuss with persons that are maybe far away from a geographical point of view, but are very similar in terms of feelings, interests and problems. Therefore it can be a tool for discussion, hearing and help, if necessary".

domenica 14 novembre 2010

L'amore ha bisogno di parole forti - Love needs words of affirmation




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 La ricerca della felicità-The pursuit of Happyness
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Maslow l’ha chiarito parecchio tempo fa: i bisogni di riconoscimento non sono solo forti e potenti, ma quasi alla cima della piramide dei bisogni.
Chapman ha posto la questione in termini differenti: l’amore dovrebbe parlare anche attraverso parole di sostegno.
In base alla nostra esperienza i ragazzi sono molto più sensibili a questo linguaggio di quanto lo siano le ragazze, soprattutto in questi ultimi anni. Perché però questo linguaggio è così importante? E come possiamo utilizzarlo con i bambini e gli adolescenti (e anche il coniuge!)?
Le parole di rassicurazione sono la materia prima su cui costruire la propria autostima: non posso stimare e attribuire valore a me stesso se ciò che mi circonda sono disprezzo, rifiuto, delusione.
E’ strano: la nostra società è prevalentemente “anti-Gaussiana”. La curva del comportamento non è per nulla simile alla curva Gaussiana ma presenta forti eccessi alle estremità.  A nostro parere questo è vero anche per quanto riguarda l’autostima. Ci sono famiglie che coltivano l’auto stima dei loro figli con una dedizione tale da produrre alla fine … arroganza, con serie conseguenze; e ci sono famiglie che non si occupano per nulla dell’autostima dei loro figli, in base ad un vecchio approccio basato sull’eccessiva evidenziazione dei limiti e delle debolezze, con il risultato di crescere ragazzi deboli, fragili e ribelli. Perché c’è un legame diabolico tra fragilità e violenza: per una sorta di rivincita, le personalità fragili e deboli tendono ad esplodere in maniera folle come Michael Douglas nel famoso film “Un giorno di ordinaria follia”.
Le parole di rassicurazione sono quelle che trasmettono fiducia, rispetto, aspettative. E così comunicano un messaggio molto chiaro e amorevole: ci prendiamo cura di te! Sei davvero importante per noi! Non sei solo un’ombra che si muove quasi al di fuori della nostra prospettiva: sei nei nostri cuori e vogliamo che tu sappia che per noi conti realmente.
In che modo possiamo parlare questo linguaggio?
E’ sufficiente riconoscere che qualcosa è stato fatto bene?
E’ sicuramente importante, è un passo fondamentale ma è solo una delle possibilità tra cui scegliere.
Di seguito ci sono altri esempi di parole di rassicurazione:
Con i bambini

  • Parole d’amore e tenerezza: non trattenerle! Potresti non avere altra possibilità di utilizzarle. Dì loro quanto li ami, quanto ti piacciono, cosa ti piace del loro aspetto (capelli, naso, occhi, ….)
  • Parole di elogio: elogiali, sempre. Evidenzia ciò che hanno fatto, ringraziali per i risultati (grazie per avermi aiutato a pulire la tavola, a ripiegare i vestiti …) ma sii sincero: lodi casuali, fredde ed infondate sono dannose, in quanto facilmente percepibili come false e meccaniche. Attenzione però anche a non esagerare: gli elogi dovrebbero essere un riconoscimento, non un nutrimento quotidiano di cui hanno bisogno per sopravvivere.
  • Parole di sostegno. Sostenere significa trasmettere, infondere coraggio ed audacia. E’ ciò di cui ha bisogno chiunque per tentare nuovamente, per superare il proprio limite anche solo di un passo: in una parola per migliorarsi. Senza sostegno ci sono poche possibilità e spazi per il miglioramento. Valorizzate gli sforzi, i risultati parziali. Affiancate i vostri figli nelle loro attività, siate presenti, aiutateli, senza però sostituirvi a loro: hanno bisogno di stimolo, sostegno, non di un sostituto. Se fate qualcosa al loro posto, dopo aver chiesto loro di farla, trasmettete un messaggio molto chiaro e sgradevole: non ne sei capace.
  • Parole guida: mettete in pratica ciò che dite. Non avete notato cosa i vostri figli, sin da piccoli, apprendono subito da voi? Le cattive abitudini! Urlare è una delle vostre debolezze? Urlano anche loro! Se siete soliti non ascoltare le persone, interromperle, indovinate cosa faranno? Interrompere! Quindi, quando stabilite le regole sforzatevi di applicarle per primi. Mettete in pratica ciò che dite e li circonderete di parole guida. 

Quali altri gesti di rassicurazione possono funzionare? Che cosa non funziona? Come riconoscete che questo sia il linguaggio preferito dei vostri piccoli?
Cosa si può fare con gli adolescenti ed anche con il proprio coniuge? Ce ne occuperemo nel prossimo post su questo argomento (previsto per Domenica 21 Novembre) 


 English version
Maslow clarified it long ago: esteem needs are not just strong and powerfull, but almost at the top of the pyramid of needs. Chapman put it in a different way: love should also talk with support words. In our experience boys are much more sensible to this language than girls, especially in these last years. Now, why this language is so important and how can we talk it with kids and teens (and spouses too!).
Words of affirmations are the raw material to build self estimate: I cannot esteem and value myself if what I notice is contempt, rejection, delusion.
It is weird: our society is mainly anti-Gauss. The curve of behavior is not at all similar to the Gaussian distribution  but presents large excess at the extremities. We believe this is true also for self-estimate. There are families which cultivate the self-estimate of their children with such a dedication that they end up producing…. arrogance, with serious consequences; and there are families which do not care at all the self-value of their children, tend to apply an old approach based on the over-signal of limits and weaknesses with the result of growing weak, fragile and rebel children. Because there is diabolic link between frailty and violence: as a sort of revenge, feeble and dull personalities tend to blow up madly like Michael Douglas in the famous movie Falling Down .
Words of affirmation are there to show trust, respect, expectations. And thus conveying a very clear and endearing message: we care! You are so important to us! You’re not just a dark shape moving in the back, just at the border of our eyesight: you are in our hearths and we want you to know that you are relevant.
Now, how can we speak this language? Is it enough to recognize something well done?
That’s important, that’s a great step but just one of the possibilities you can manage.
Here some other examples of words of affirmation:
With kids (inserire elenco puntato)

  • Love and tenderness words: don’t save them! You could find no other chance to spend them. Tell them you love them, you like them, tell them what you like about their look (hair, nose, eyes…)
  • Praise words: encourage them, always. Point out what they have done, thanks them for their results (thanks for helping me clearing the table, laying cloths…) but be sincere: casual, cool and unfounded praises are harmful, they are easily perceived as false and mechanical. Do not exaggerate too: praise should be a reward, not a daily food that need to survive.
  • Support words  Support means inspire (or infuse) courage, bravery. This is what everyone need to try again, to push the limit one step forward: in one word to improve. Without support there is little chance and room for improvement. Valuate the efforts, the partial results. Side your kids in their labors, stay there, help them without taking their place: they need inspiration, support, not a replacement. Doing something for them, after having asked them to do something, convey a very clear and harsh message: you are not able to do this.   
  • Leading words walk the talk. Haven’t you noticed that what your children, since they are kids, get immediately from you? Bad habits! Shouting is one of your weakness? They shout too! If you are used not to listen to people, to cut them off, guess what they tend to do? Interrupting! So, when you point out rules and codes, strive for leaving applying the same rules and codes. Walk the talk and you will surround them with leading words.


In your experience which other words of affirmation can work? Which ones can't and why? How can you be sure this is the preferred language of your kids?
What can be done with teens and spouse too? This is what we will see in next post on this subject (foreseen Sunday November 21st)