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sabato 12 maggio 2012
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Breaking news: due stimolanti articoli sulla pagina 27ora del CorSera: magari possiamo parlarne qui in settimana, che ne dite?
Breaking news: due stimolanti articoli sulla pagina 27ora del CorSera: magari possiamo parlarne qui in settimana, che ne dite?
Dal trucco a...? di Alessandra Cavallini
C’è sempre modo di leggere tra le righe, capire gli episodi
della vita le implicazioni che ci permettono di correggere noi stessi,
collegare tra loro i fatti come si faceva una volta da bambini connettendo i
puntini di un vecchio gioco della Settimana Enigmistica per scoprire la figura
nascosta.
E le carte che voglio calare oggi per vedere di leggere in
trasparenza qualche cosa della nostra italianità che incide sull’educazione dei
nostri figli, sono queste quattro
Il fil rouge della politica o quello della polemica non mi
interessano, seppure sarebbe interessante riflettere sul fatto che tutti questi
argomenti suscitano conflittualità con posizione arrabbiate da una parte e
dell’altra della barricata.
Né mi interessa affrontare il tema economico, quello della
disperazione o come un errato amore genitoriale produca devastanti conseguenze.
Ciò che mi interessa spremere da queste notizie è come siamo
abituati a prendere sempre tutto con una eccessiva emotività, pronti ad
assecondare la “pancia” e a dimenticare sia l’esistenza di valori fondanti sia
le conseguenze di ogni azione invece che riflettere sui principi ed educare a
considerare l’effetto di ciò che facciamo.
Perché nelle reazioni a queste notizie c’è sempre una
esasperata passione che si nutre di pregiudizi invece che cercare di
comprendere i casi, ed è questo atteggiamento che preoccupa perché genera
fondamentalmente un egoismo senza fine. E
crea falsi eroi.
È come se fossimo affetti dalla sindrome del “benaltrismo”
(c’è ben altro di cui preoccuparsi!), dal virus dell’”amontismo” (il problema è
a monte!) immersi comunque e sempre nella complice connivenza con il furbo, che
in fondo un po’ ammiriamo sempre.
Queste vicende mostrano come in filigrana a casa nostra ci
sia una voglia perenne di sconto, di mettere le proprie necessità, anche quando
sono superflue se non inique, davanti a tutto. Senza cercare non dico una
soluzione ottimale, ma neanche il compromesso.
Prendiamo questi vicende essicandole fino al seme:
a) povero
Renzo, non riesce a prendere la laurea, è compriamogliela: che male c’è? E’
solo un pezzo di carta! E così si producono bamboccioni viziati: ma quante
“lauree” abbiamo “comperato” per i nostri figli?
b) È
stato insultato pesantemente, toccato nella sua famiglia. Vero. Ma come ha
scritto intelligentemente Alberto Costa, il ruolo dell’allenatore è quello
dell’educatore. E non venite a dirci che è così stressante (come afferma Pep
Guardiola che si definisce stravolto dopo 4 anni al Barça e abbisognoso di un
anno sabbatico. Non riferisco cosa gli hanno suggerito di fare i metalmeccanici
di una acciaieria) da non potersi controllare. C’è chi deve sorridere e
controllarsi per stipendi con qualche zero in meno e lo fa anche con passione
per la vita….
c) La
disperazione è difficile da controllare, e l’indifferenza che stringe alla gola
meriterebbe ben altro post: ma per risolvere tutto è proprio solo necessario
ricorrere alla violenza? E chi sostiene che questo signore è un eroe, un
compagno che sbaglia, non sta sostenendo che se adeguatamente provocati ogni
reazione è accettabile? Come per il caso di Delio Rossi? Le attenuanti non si
negano mai a nessuno? Ma che cosa vuol dire questo? Che conseguenze ha una
posizione di questo tipo?
d) Interessante
questo articolo che, come dovrebbe fare ogni cronaca, non prende posizione ma
elenca fatti e posizioni. E a leggere si oscilla tra gli uni e l’altra,
incapace di capire chi abbia ragione e chi torto. Poi capisci che alla fine
quello che succede è uno scambio di accuse su un problema educativo o di
pazienza che poco o nulla hanno a che fare con il fatto in sé: e quindi di
nuoco si torna a quell’atteggiamento che mette sé al centro e nega il bene
comune.
Forse l’unica soluzione è questa
iniziativa americana, o la strada che hanno
preso in questa scuola media, ma ne parleremo un’altra volta.
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1 commenti:
commenti sul linbk Facebook a questo post
1) Claudia Manfredini
esatto!! educhiamo i giovani a tutto e subito, non importa chi resta indietro. li educhiamo col metro della nostra vanità, ed ecco che allora li vogliamo belli, in linea, palestrati, veline, vincenti, laureati!! pazienza se arroganti e ignoranti!! siamo convinti che l'educazione si recuperi, si rimedi, l'importante è farsi strada, essere davanti!! Ricordo la bruciante mortificazione di un padre che mi diceva sei figlia di operai devi stare da operaia... Mi sembrava che mi tagliasse il futuro, in realtà mi preparava al presente... far studiare i figli per chi non è abbiente è sempre stato un sacrificio, ma noi studiavamo!! credo che a mio padre non sia mai passato per l'anticamera del cervello di comprarmi il diploma, o di mettermi in una scuola privata per recuperare un anno, o per avere la certezza del pezzo di carta. Mio figlio forse farà l'operaio, speriamo: "studia" meccanica, che altro farà? ma non c'è nulla di vergognoso nell'avere le unghie sporche di grasso, anzi!! l'educazione sta anche nell'insegnare il valore del lavoro onesto, anzi, forse è tutto lì.
2) Anna Milac
...pensieri e parole...è come se ci si stesse disabituando a prendersi le proprie responsabilità..per allontanare da se la cocente delusione di una eventuale sconfitta o la gioia grande di una vittoria! uniformati al non sentire...i ragazzi di oggi ..purtroppo son sempre pià..allevati nel limbo dei sentimenti...e crescono paurosi di tutto...fragili e stressati!!
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