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sabato 5 maggio 2012
Non hai capito, non me l'hai detto
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Diciamo che si chiama Giovanni. Ha appena portato i figli a scuola e lì ha incontrato Marco. Hanno preso un caffè insieme. Poi guidando verso l’ufficio telefona a sua moglie e gli capita di raccontare “Ho incontrato Marco”. Lei attacca: “E sua moglie Paola come sta? La scorsa settimana era influenzata, ed è stato un peccato perché avevamo deciso di andare insieme a fare compere per Natale”. “Bè, non lo so, non me l’ha detto!” “E tu non gliel’hai chiesto?” Realmente stupito lui risponde “Perché avrei dovuto?”
Io credo che in ognuna delle nostre famiglie si sia svolto almeno una volta questo stesso dialogo o uno molto simile, giusto? Come mai?
Perché siamo differenti, uomini e donne intendo, e parliamo linguaggi differenti. E amiamo cose differenti, come sottolinea questo brillante spot.
All’inizio ci sono stati studi di sociologia, o di psicologia se preferite, o anche un approccio antropologico.
Ci sono stati i libri di John Grays o i divertenti studi di Barbara e Allan Pease.
Ma poi la scienza ha calcato la scena e abbiamo scoperto che non è solo questione di comportamenti, ma di struttura cerebrale come hanno spiegato Barbara Annis e Michael Gurian nel loro libro “Leadership and the sexes”, libro che ha avuto un grande successo e scatenato diverse discussioni.
Non è nelle nostre intenzioni discutere qui i risultati della ricerca, li prenderemo per validi e saranno il nostro punto di partenza. Ciò che ci interessa è analizzarne le conseguenze, com’ è stato fatto così bene e in modo pungente da uno spettacolo di Broadway che sta diventando sempre più popolare anche in Italia. (No. Non stiamo parlando di Mamma mia degli Abba, o Fame. Stiamo parlando di una commedia piacevole e intelligente, un monologo per essere precisi: The Caveman, tradotto e adattato per l'Italia da Teo Teocoli)
Le differenze sono così grandi che potrebbe quasi sembrare un miracolo che uomini e donne riescano a comprendersi reciprocamente.
In questo post sull’argomento vogliamo concentrarci su due differenze principali e su alcuni suggerimenti.
Utilizziamo in modo molto diverso le parole ed il silenzio: ognuno di noi sa che le donne parlano molto più degli uomini e che gli uomini amano il silenzio molto più delle donne. Ma come li usiamo?
Le donne hanno bisogno di esprimere pensieri ed emozioni: sanno farlo e sono abituate. Le donne parlano per dare forma ai loro pensieri, mentre gli uomini sono soliti pensare prima di parlare, e quasi mai esprimono i loro sentimenti per due ragioni principali:
a) Non sanno esprimere facilmente le emozioni: noi uomini non abbiamo le stesse parole che hanno le donne per descrivere pienamente le emozioni, soprattutto quando siamo sopraffatti dalla rabbia. Certo, ci sono molti fantastici scrittori che sanno descrivere magicamente sentimenti e stati d’animo. Ok: ma quanti sono rispetto il numero degli uomini? Quale percentuale? Raggiungono l’1% del totale?
b) Non vogliono rivelare le emozioni! E’ percepita come una debolezza! Perché? Non lo sappiamo, ma è un dato di fatto.
Il problema si presenta quando una donna parla con un uomo: gli esprime i suoi sentimenti e vorrebbe ricevere lo stesso dono. Ma non riceve ciò che si aspetta. Non è malizia o cattiveria. E’ che non ci interessa. Oltretutto le emozioni tendono ad avere vita breve per gli uomini, soprattutto quelle forti come rabbia, ira o paura. Possiamo essere furibondi e cinque minuti dopo il picco di collera parlare con calma, addirittura bere una birra con la nostra “vittima”. Le donne non ne sono capaci: hanno bisogno di dissolvere i sentimenti parlandone.
Dobbiamo essere consapevoli di questo per mostrare pazienza, che è uno degli ingredienti principali dell’amore, e cercare di parlare, e ascoltare, il linguaggio dell’altro.
Una seconda principale difficoltà si verifica a causa di questa differenza di linguaggio.
Le donne sono molto più capaci degli uomini di soffrire, e più che mai di sopportare la sofferenza psicologica. Le donne hanno quel particolare, straordinario dono di tenere tutto dentro, senza dire una parola, finché … finché viene versata l’ultima goccia. Allora scoppiano! Lasciateci però dire chiaramente che molto spesso gli uomini non sanno perché le donne scoppiano! Non si sono resi conto di nulla, non sono consapevoli dei dispiaceri che le loro mogli hanno sopportato.
Non lo stiamo dicendo per trovare un alibi ai mariti o compagni. Per nulla. Solo per mettere in guardia contro un problema concreto: donne e uomini non condividono la stessa sensibilità e capacità di leggere fatti e intenzioni. Gli uomini stanno in superficie, si concentrano sui fatti, comprendono le parole. Le donne vanno più a fondo: colgono le implicazioni, afferrano le intenzioni, comprendono le allusioni, talvolta fraintendono leggendo significati che nessuno aveva intenzione di attribuire alle situazioni. Ed in genere tengono duro.
Ora, in quale modo volete utilizzare tutto questo applicandolo alle vostre famiglie dipende da voi. Ma ponete la questione sul tavolo ed affrontatela!
Le madri insegnino tutto questo ai figli e i padri alle figlie. Fate in modo che sia compreso e indubbio. Li aiuterete davvero tanto, evitando loro delle sofferenze non necessarie.
Cosa ne pensate? Quali sono i vostri suggerimenti per rendere più semplice la comunicazione? Quali le vostre esperienze?
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