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mercoledì 2 maggio 2012
The core of everything - al centro del mondo
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Testo in italiano qui sotto -
scorrere per trovarlo - grazie
In the beginning there is the person. Which is the heart of the society. It’s us. Anyone of us. And if we do not behave, nothing works.
During a meeting with Jorge Luis Borges, early Eighty, someone asked the writer which was the most significant feature of the present century. His answer was quick and sharp: “falta de etica”: lack of moral sense.
Thirty years later the situation worsened.
The Italian sociologist Giuseppe De Rita, in a past interview, is even more pessimistic: “we are in the kingdom of pure instincts now, passions not ruled by the traditional norms. Therefore I can risk my life balconing just for a bet and I can with the same irresponsibility attack someone I don’t like or who offended me. I’m the only master of myself, of morality”.
Those parents with teenagers knows very well the pain of setting rules, to explain the value of these rules, of saying no, as many authors suggest (Asha Phillips; Giuliana Ukmar; Jesper Juul; Osvaldo Poli). We are in pain. Families are in pain.
We are often left alone in this fight for the future happiness of our kids. We have to fight against television, bad models, songs, bad friendships, media.
Testo in italiano
All’origine c’è la persona. Che è il cuore della società. Siamo noi. Ognuno di noi. E se non funzioniamo come dovremmo, nulla va bene. In occasione di un incontro con Jorge Luis Borges, nei primi anni Ottanta, alla domanda su quale fosse il segno più forte del secolo che stavamo attraversando, il grande intellettuale argentino rispose: “Falta de etica”, mancanza di senso morale. Trent’anni dopo la situazione non solo non è cambiata, ma è peggiorata. Il sociologo Giuseppe De Rita, intervistato tempo fa dal Corriere della Sera, rincarò la dose: «Siamo nell'impero delle pulsioni interiori non più regolabili proprio da quelle norme che da sempre le contenevano. Quindi io posso rischiare la mia vita saltando da un balcone per il gusto di una scommessa e posso anche aggredire chi mi irrita e mi offende. L'unico metro morale sono io stesso. La parola "sregolato" rende bene, "s-regolato", privo di regole. Potrei dire che, in questo senso, siamo diventati tutti un po' matti proprio nell'accezione che si attribuiva un tempo a quella parola. Il matto, in fondo, era colui che rifiutava confini e argini»
Chi ha figli adolescenti conosce bene la difficoltà di trasmettere regole, di far comprendere il valore di quei no, che testimoniano molti autori, aiutano a crescere (Asha Phillips; Giuliana Ukmar; Jesper Juul; Osvaldo Poli). La famiglia fa fatica. Perché spesso è sola a combattere contro questo impero delle pulsioni, questa deriva del soggettivismo. Combatte contro la televisione, contro i cattivi esempi, contro le amicizie, contro la musica, contro la stampa.
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2 commenti:
Condivido pienamente... però prenderei in considerazione non solo le pulsioni soggettive negative e devastanti, ma anche una libertà da certi rigidi schemi che reputo sacrosanta per il benessere psico-fisico della persona. Credo che il vero problema, sia dunque, non sapere più dove fermarsi, questo si. Ma una maggiore attenzione personale per vivere meglio con gli altri, sia anche uscire da vecchi paletti vetusti, mi sembra giusto e salutare. Saluti, Emanuela.
Mi sembra un'ottima interpretazione: "non sapere più dove fermarsi".
Grazie!
Paolo
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