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domenica 3 luglio 2011
The Facebook dilemma - Che cosa è un FBmico?
Scroll down for English version - thanks!
Questo post è una pressante richiesta di dialogo. E’ solo un pensiero, una provocazione se volete. E impone che scendiate in campo e condividiate le vostre idee, le vostre esperienze, le vostre opinioni.
Sono incuriosito e un po’ deluso da questo assordante silenzio. L’ultimo commento più di un mese fa. E in controtendenza rispetto alle visite, che sono quasi raddoppiate in giugno. Perché? Che cosa c’è che non va? Attendiamo commenti a braccia aperte, anche critiche, dissensi. Ci danno indicazioni e, perdonate, anche il senso dello sforzo che stiamo facendo. Grazie. Siamo sicuri della vostra partecipazione.
Ora il tema che voglio lanciare è questo: Facebook in famiglia.
Sono su Facebook, da qualche anno, e sebbene ultimamente abbia diradato la mia presenza, sono abbastanza attivo anche per lavoro. Franca non c’è e non ci vuole proprio essere. I tre figli ci sono tutti. Ma non siamo amici. Intendo FBamici ovviamente.
Questa dunque è la domanda: è lecito costringerli o chiedere loro l’amicizia o va invece preservata la loro privacy? Libertà o controllo?
Da un po’ di tempo sto studiando e scrivendo sul tema della reputazione on line (e off line ovviamente) e tutti confermano come il comportamento on line debba essere sempre irreprensibile ed immacolato. Sul web le cose restano scritte ancor più che sulla carta. Verba volant, social media manent potremmo dire. E in prossimo futuro ci si potrebbe pentire di ciò che si è scritto.
Ma non è solo questo, c’è il tema della sicurezza personale sul web. Della manipolazione, non solo culturale. Tutti i giorni si legge di qualche tragedia innescata da chat, da FB, da situazioni on line. E vogliamo proprio evitare che queste catastrofi capitino a casa nostra.
Detto questo resta il dubbio: non è troppo aggressivo essere FBamici dei figli e poter accedere al loro profilo? Come avremmo reagito se quando eravamo noi adolescenti i nostri genitori fossero stati lì di fronte a noi mentre telefonavamo ai nostri amici? O avesser preteso di uscire con “la compagnia” il sabato? O leggere le nostre lettere, il nostro diario?
A questo punto a voi la palla: quali possono essere soluzioni pratiche finalizzate al raggiungimento dello scopo educativo: preparare i figli per il cammino e non il cammino per i figli?
Che cosa ne pensate?
This post is a strong request of a dialog. It’s just a thought, a provocation if you like. And need your opinions, your ideas.
I’m puzzled and a little deceived by this stunning silence. No comment in about one month, while on the contrary the number of visits grows . Why that? We welcome any comments, in any sense. They give indication and, let me say, meaning to our efforts. Thanks. We’ll appreciate your contributions.
Now the question we like to discuss is this one: Facebook and families.
I’m on Facebook and, while less present than in a recent past, quite active. Franca isn’t and doesn’t want. All our kids are there. But we are not friends. I mean: FB friends.
And that’s the question: should we preserve their privacy or should we control what they are doing on line?
I analyzed and contributes about the on line (and off line) self reputation subject, and how is mandatory to have a faultless behavior also on line, because her things remains forever.
This could be one reason while be FBfriends of our kids. And a second reason is even more powerful: we have to protect them from false friends. We daily read of tragic situation caused by a naïf use of the web. And we want to prevent any catastrophe.
But isn’t too much pushing to be friend and read their FBprofile? What if when we were teens our parents stood in front of us when we where talking on the phone, the only way of communication in real time, with our friends? What if they pretend to be there when we meet friends on Saturday afternoon? What if they insisted for reading our letters or our diary?
So, what do you suggest could be the best solution to reach the goal we want to: prepare our kids for the path and not the path for our kids?
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4 commenti:
innanzitutto dipende dal tipo di genitore, diciamo che uno troppo "premuroso" sarebbe una tragedia per esempio...ma il problema,vedi Paolo, non si pone (per furbi) perchè fb da questo punto di vista mette a disposizione tutte le precauzioni del caso...example:se ho due genitori troppo "premurosi" a cui non voglio far sapere qualcosa, o semplicemente perchè ritengo che possano fraintendere, basta creare una lista a loro nome e per tutti i post che ritengo non debbano essere visibili ai loro occhi li metto nelle esclusioni...ma questo la maggior parte dei figli lo sa...piuttosto a volte sono i figli che scoprono vari tentativi di flirt dei genitori che non conoscono questa funzione (e ti assicuro non pochi)...insomma ho ribaltato un po' la questione ma di fatto i mezzi per tutelare la propria privacy ci sono, basta saperli usare ed esserne a conoscenza
per cui il mio pensiero è che essere amici on fb dei propri figli o dei propri genitori non sia diverso dal vivere sotto lo stesso tetto e fare per es. una telefonata...se non si ha voglia di lasciar trapelare il contenuto vado un'altra stanza, così come se si ha voglia di ascoltare un certo tipo di musica ci si premunisce di cuffie... e così per tutto il resto...
aggiungerei (per la sig.ra Franca) che spesso fb viene si usato in malomodo dai più, nel senso che molti utenti sono "affabulati" da giochini o passatempi poco costruttivi o per fare "speculazioni" di privacy (volontarie o involontarie), ma per esempio a volte può essere un mezzo per onoscere gente interessante e scambiare opinioni con individui che altrimenti non si avrebbe mai avuto modo di relazionarsi...insomma usato con i giusti criteri è un ottimo mezzo di comunicazione, basta essere quel tantino lucidi e coscienziosi da non essere "subliminalmente" irretiti dai vari rovesci delle medaglie ...che poi del resto ci sono in tutte le cose
Grazie Rino, apprezzo molto e rilancio per chi intende commentare. Grazie di cuore.
Paolo
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