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giovedì 28 aprile 2011
Che cos'è la fedeltà? What is fidelity?
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Lunedì/Monday May 1st
Il caso: un professionista bene, diciamo un avvocato del triveneto, provincia ricca e asciutta, sposato da un ventina scarsa di anni, un solo figlio, che si immette nell’adolescenza. Non un amicone né uno espansivo. Bravuomo si intende, ma un po’ chiuso, un po’ imploso direbbero i maliziosi. La moglie gli annuncia che andrà in gita a Lisbona con una comitiva di donne: sorelle, amiche, la mamma. Lui ammicca sulle prime, poi inizia ad irrigidirsi, la sua rabbia sale finché, utilizzando un pretesto, esplode: non ne può più di lei, n di lei né del figlio, che ha un vita da vivere lui, e la rivuole tutta, che loro sono un peso e lui vuole la sua libertà. E che ha gi parlato con un collega per capire come fare.
Ora: che cos’è la fedeltà? Non è una domanda semplice, anzi non è una riposta semplice. Non è vero. La risposa in sé è semplicissima, potrebbe non essere gradita a tutti, ecco il punto. Erché noi, noi due, siamo fermamente convinti che la fedeltà NON è una catena, una prigione, un peso, neppure una limitazione della mia libertà. Non è altro se non l’altra faccia delle responsabilità. E’ la risposta dovuta ad una scelta, libera e assolutamente non imposta da nessuno, che abbiamo fatto noi in persona.
Sentiamo spesso racconti di matrimoni, o legami, che vanno in pezzi perché uno dei due reclama la propria libertà pretendendo che non potrà mai più essere felice con il coniuge/compagno. Abbiamo forti dubbi. Tutti i matrimoni affrontano crisi, anche tempestose. Nessuna unione ne è immune, tutte hanno delle sfide da superare. Insieme.
E’ la vita bellezza.
Ora san Giovanni la fa breve affermando che tutti i peccati che derivano da quello originale, nient’altro che la pretesa di essere come Dio e decidere che cosa è bene e che cosa è male, alla fine si possono racchiudere in tre categorie: concupiscentia carnis, concupiscentia oculis, superbia vitae. Lasciate stare la teologia: questa suddivisione funziona benissimo anche antropologicamente parlando di colpe e non di peccati. O meglio di egoismi.
Infatti qui ci sono le cause che sbriciolano la fedeltà: la passione affermata come bisogno, il desiderio di possedere la propria visione personale del futuro e la pretesa di essere più importante degli altri e di poter affermare la propria volontà.
Infrangere la fedeltà in altre parole è descrivibile, per usare parole di Tolkien, come la fuga del disertore.
Ecco la fine del post e l’inizio delle discussione. Perché c’è tanto da dire. Con la pacatezza e la passione che ha contraddistinto i commenti in questo blog, con il rispetto –mai confuso con la concessione alla verità- e con il gusto di ragionare insieme.
Non pensate?
English version
The case: let’s say a professional, a lawyer, North Est of Italy, rich countryside. Married for18 years, one kid, in his teens. Not the best example of sunny person. Not bad, but… introvert. His wife announces she’s gonna make a trip with sisters, mother and friends, all women. To Lisbon. Few nights. At the begging he winks, then start becoming nervous and aggressive. His wrath seems to grow, till the last episode: using a pretext he shouts that she makes him mad, she and her son, and he does not to gone along with them, he want his freedom back. He talked to a colleague to discuss the matter.
Now what is loyalty, fidelity? It’s not an easy question: it’s not an easy answer. Oh well, actually it’s a very easy answer, but it might be not a pleasant, enjoyable answer for everyone. Because we do strongly believe that it’s not a chain, not a prison, not a burden, not even a limitation to my freedom. It’s nothing but the other side of liability, responsibility. It’s the due answer to a free choice made without any constraint or obligation.
We often heard of marriages or even links that are broken because one of the two spouse or partners claims her/his freedom pretending she/he cannot be happy again in that situation. We doubt about it. All marriages face struggles and challenges. Not even one is immune, we all have dealt with crisis.
It’s life, stupid.
Now st. John claims that all the sins that come down from the original one, the demand to be like God able to tell good and evil, can be wrapped up in three main categories: concupiscentia carnis, concupiscentia oculis, superbia vitae. That means: the desire of the flesh, the desire of the eyes, the produness of life. Don’t take this as a theological point, it works also from a anthropological point of view. Don't talk about sins, think about causes.
These are the causes that breaks fidelity: the claim of passion; the desire of posses one’s own vision of the future; the pretention to be able to stand over the other.
Breaking fidelity, generally speaking, is like the deserter’s escape, to use Tolkien’s powerful image.
And the end of this post is just the beginning of the discussion. Because there is lot to discuss here. Politely stating different opinions, with passion but with respect for other people’s point of view, without mistaking the reverence with the affirmation of the truth.
Don’t’ you think?
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