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venerdì 18 marzo 2011

Are digital kids different? La generazione digitale

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Scroll down for English version 





Giuseppe Romano e Stefania Garassini sono due brillanti giornalisti che dovrebbero essere inclusi nella lista dei primi ad aver studiato e parlato saggiamente delle nuove tecnologie fin dagli anni '80, con una particolare attenzione per l'impatto dei videogiochi sul mondo di bambini e adolescenti.
Dal momento che abbiamo scoperto che oggi il mondo virtuale, il fattore IT e Internet hanno implicazioni non solo sulle nostre vite, ma anche sulla struttura di pensiero dei nostri ragazzi, che sono stati definiti la generazione digitale, è stato naturale intervistare Giuseppe chiedendo lui di aiutarci a sviluppare più consapevolezza, e speriamo anche saggezza, per la comprensione e il modo di gestire questa nuova situazione, che può a volte spaventarci così tanto da portarci a rifiutare il lavoro di approfondimento della sua influenza sulla formazione e vita dei nostri figli.

1) Qual è lo scopo del vostro blog Digital Kids (http://digkids.wordpress.com/)?

Su Digital Kids Stefania Garassini e io ci preoccupiamo di fornire informazioni e consigli a genitori e insegnanti che avvertono il disagio di confrontarsi con i nuovi linguaggi legati alle tecnologie digitali, ma vogliono comunque fare lo sforzo indispensabile per accompagnare i più giovani.

2) Ma questa generazione digitale è davvero diversa da quelle precedenti?

Moltissimo per quanto riguarda le modalità di apprendimento. Fino a vent’anni fa l’alfabetizzazione era un fatto graduale, lineare e accompagnato; oggi è multicentrico, autogestito e sottoposto a un diluvio di immagini e di parole “per adulti”.

3) In quale modo i videogames e internet hanno cambiato il modo di ragionare o addirittura di vivere dei ragazzi?

Sta succedendo tuttora: dobbiamo ancora misurare l’effetto dei territori “sociali” che si svelano nei social network, nei mondi online dove si gioca e ci si incontra, nelle relazioni stabilite e mantenute via smartphone.

4) Videogames: sono un aiuto o un pericolo per l'educazione?

Il pericolo vero è l’ignoranza, sia quando porta al pregiudizio e alla diffidenza, sia quando invece accetta distrattamente di tutto. Un altro pericolo è la solitudine del bambino e del ragazzo. Se ha chi gli vuol bene e gli sta vicino, niente è pericoloso.
Detto questo, i videogames sono vari e stimolanti esattamente come i libri e i film. E sono interattivi, chiamano a svolgere un ruolo di protagonista e sollecitano la partecipazione attiva.

5) Oltre alle implicazioni sul modo di ragionare, di comunicare, di stabilire relazioni, il mondo digitale ha implicazioni anche sull'etica, sul senso della verità?

Ha enormi implicazioni anzitutto sulla realtà della vita. È illusoria la distinzione che molti fanno tra “vita reale” e “realtà virtuale”. La realtà è una sola e le azioni che compiamo ci accompagnano sempre, col loro carico di bene e di male. C’è grande responsabilità personale in ciò che facciamo e subiamo in rete. Ma questo non l’abbiamo capito, altrimenti su internet non ci concederemmo azioni che di norma riteniamo inaccettabili: per esempio gente “per bene” scarica serenamente – cioè ruba – film, giochi, software. O insulta, mistifica, violenta.

6) Ci puoi segnalare applicazioni, giochi on line, videogames che non solo le famiglie non devono temere ma che anzi possono essere d'aiuto?

Una fra tutte: “Art Academy” per DS Nintendo. Un corso di pittura in cui si è guidati a capire i segreti del pennello e dell’arte. L’Accademia di Brera lo usa per visite guidate in cui si “entra” nei quadri, grazie alla telecamera della console.
Per altri consigli frequenti e puntuali suggerisco anche il mio blog Family game su Famigliacristiana.it:


7) Ci puoi segnalare i 3 migliori post, del vostro o altri blog, su questo argomento?
Su questi temi consiglio:


e, da Family Game,
















English version




Giuseppe Romano and Stefania Garassini are two brillant journalist that should be included in the list of the first ones to study and wisely talk about the new technologies since the 80’s, with a special attention to the impact of videogames into the children’s and teens’ world.
Since we have discovered nowadays that the virtual world, the IT factor and the Internet have much more implications not just on our lives but even in the thinking structure of our kids, who have been defined the digital generation, it was natural to interview Giuseppe asking him to help us to develop more awareness, and we also hope wisdom, on understanding and dealing with this new situation, than can sometime frighten us so much to decline the job of mastering its influence in our kids’ education and life.


1)   Which is the goal of your blog Digital Kids?

In this blog we strive to provide clues and information to parents and teachers who, while  don’t feeling at easy dealing with the new languages inducted by the digital word, nonetheless are seriously committed to education.


2)   Do you really think digital kids are different from the previous generations?

Yes they are: dramatically in the way the learn. Till twenty years ago literacy was a gradual process, linear and leaded: nowadays it’s multicentre, self-controlled, and what is worst flooded by images and words targeted to adults.


3)   In which way videogames and the Net changed the way of thinking and even living of the kids?

Actually it’s happening: we do still have to measure and evaluate the effect of the “social countries” that are revealed in the social network, in the on-line world where you play and meet new guys, in the relations build and kept by smartphones.


4)   Videogames: are they an opportunity or a danger for education?

The true danger is ignorance: it could bring you both to prejudice and suspicion, than to an uncontrolled and unlimited acceptance. Another great danger is the solitude: the kids need someone near them to play with them. Then nothing can be dangerous. Having said that I should add that videogames can be manifolds and stimulating like books and movies can be. And they are interactive, so call you to be an hero and call to action.


5)   Does the digital world impact also the moral sphere, distorting the sense of truth?

It has strong and profound implication on the real life. It’s just an illusion the difference that someone uses to do between real life and virtual reality. Reality is just one and any action we perform follows us with its moral implications, with its burden: evil or good. We have a great responsibility for what we do and what we suffer in the Net. And we didn’t understand that, otherwise we won’t do something the usually we want consider totally unacceptable, like stealing (downloading film, games, software) or insulting, mystifying even being violent.


6)   Could you suggest us on line games, videogames or applications that families can trust and that even be an help to parents?


My preferit one: “art academy” for DS Nintendo. It’s a training on painting where you learn all the secret of art. The famous Brera Academy uses it to guide visitors and let them “walk into” the paintings. For other suggestion let me recommend to read frequently my blog Family game here: Family Game


7)   Could you prompt us your three best post on this subject ?

These are my four suggestions:

Digital kids e digital parents: chi sono gli immigrati digitali?
Come Internet cambia il nostro cervello (e quello dei nostri figli)


7 commenti:

Rossella - Casa Lellella ha detto...

sempre molto interessanti i vostri post. questo poi di estrema attualità.

'notte

Paolo Pugni ha detto...

Grazie Rossella, devo ringraziare Giuseppe...

Corie ha detto...

Quando é nata mia figlia 4 anni fa pensavo che le avrei proibito tutto: internet, pc, telefonino, non parliamo poi di social network. e ancora aoggi l'approccio così prematuro deglia dolescenti con questi mezzi mi lascia molto perplessa.
Poi ho capito, o mi sono convinta, che la proibizione non avrebbe aiutato i miei figli, ma li avrebbe solo danneggiati, sia dal punto di vista etico (l'approccio con qualcosa di proibito ha sempre un che di confuso e immaturo) sia dal punto di vista pratico, perchè non possiamo negare che il digitale ha i suoi vantaggi.
Grazie quindi per la segnalazione di questo preziossimo blog, che non mancherò di seguire.

Paolo Pugni ha detto...

grazie Corie! Giuseppe (Romano) che conosco da anni quando avevamo dubbi con il figlio maggiore piccolo, aveva 6-7 anni adesso ne ha 25, diceva "anche la mamma di Neanderthal gli diceva sempre non giocare con quella ruota che può essere pericolosa...".
L'importante come commenta Elena su FB è capire. ecco che cosa scrive.
"Una signora si lamentava: "mio figlio di 12 anni sta sempre vicino al computer". Io le ho chiesto: "e cosa fa?". Lei mi ha guardato come se fossi strana (lo sono, ma è un altro discorso) e mi ha risposto: "Eh, sta al computer." Ho cercato di spiegarle la differenza tra siti Internet, forum, chat, social network, browser game, videogiochi da giocare da soli e multiplayer e sui diversi rischi e benefici (grazie a un gioco di ruolo online mia sorella ha trovato un marito fantastico). Mi ha mollato dopo due secondi, dicendo che lei non ne vuol sapere niente. Spero che il figlio abbia più senno della madre. Capire COSA veramente fanno i figli è fondamentale."
Sono completamente d'accordo con lei.
Buon fine settimana!

Elena ha detto...

Grazie Paolo per questo bel post che ho girato ad altri amici interessati all'argomento. D'accordo con il tuo approccio, sempre molto stimolante. Che chiede anche a noi genitori di fare uno sforzo in piu' per conoscere davvero i nuovi mezzi tecnologici per accompagnare i nostri figli in modo partecipe e non passivo. Grazie ancora!

Paolo Pugni ha detto...

Grazie a te Elena, e a Giuseppe e Stefania che sono proprio molto attivi in questo campo!

Paolo Pugni ha detto...

Thank you Lohogary! Very kind of you!