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domenica 23 dicembre 2012

La rabbia delle mamme - Moms' anger


Italian version: scroll down - Versione Italiana qui sotto

Where does this violence come from?  How moms feel the need to fight like lions or bears for their cubs? Why, especially on the web, they are shouting against everythig and everyone who seems to jeopardize the wellness of their kids? Why they want to prevent their babies –from 0 to 50 years old- from being exposed to life?
Is it possible that life does not hurt? Does an happy ending, happy starting and happy going on life really exist? If not, why moms seems not interested to train their kids to face hurdles, and issues and challenges?
Why they seems unable to rationalize and seems focused only in protecting their kids and keep them in their shelter all life long?
And where are fathers in this scenario? Whose role are they playing? Why are they flight away?


Da dove viene questa paura spropositata? Questa difesa dei propri cuccioli che sa di animale? Le mamme in rete spesso sono più feroci di una leonessa: difendono i propri figli con una violenza del tutto irrazionale che atterrisce. Incapaci di leggere la realtà, giudicano il mondo con l’ottica dei propri figli, che ovviamente sono i migliori del mondo e le vittime della società. Nessuno, se non la mamma, li capisce e nessuno li valorizza.  Nessuno li conosce meglio di loro e sa che cosa realmente è e fa il loro bene.
Li vogliono tenere lontani dalla vita, avvolti nel loro manto fatato che li difende dalla sofferenza, dal dolore. Non si rendono conto che la vita non è buonista, e che presenta spigoli, tagli, sconfitte. Perché non allenarli a prendere colpi e rialzarsi più forti di prima?
Quando abbiamo perso la comprensione che la sofferenza è la prima tappa sulla strada della crescita e della felicità?
E che fine hanno fatto i padri? Dove sono finiti? Dove sono scappati?
sabato 8 dicembre 2012

L'ansia delle mamme - Anxious moms


La versione italiana è qui sotto: scorrere per raggiungerla


I love Facebook: it’s an intriguing mirror of our society and speaks loud about what family fears and what they do love and follow. I tend to consider Facebook like a laboratory where you can stare at the behaviors and examine them like in a test.
I thus try to collect and connect everything is about family and education to be aware of new strengths and weaknesses and find food for thought.
I jumped on a interesting questions some days ago, posted on a very popular page with more than 13.000 fans. A young mom was asking, in what seemed to be quite a desperate mood, “what should I do? My two years old baby do not what to eat!”. I could not resist from answering: just wait for him to be hungry.
Now that was an interesting post because it revelead to me a common trend, a sort o mainstream growing in our society. Moms tend to be more and more anxious.
They do not want their kid to suffer. In no way. Now, it’s quite obvious that no parents dream a sad and painful life for their kids, but on the other hand we have to face the fact that sorrow and pain cannot be avoided in life. Furthermore: they can be a powerful mean to growth: no pain no gain.
So I believe we have to teach our kid from the very beginning that they have to know what sufferance is, how to handle it, how to overcome it, how to squeeze it to gain and to learn from.
And about that baby: let him be hungry (and please don’t stay foolish mom) and just wait till when I will ask for food.
This is not the only sample of anxiety I found on the Facebook,  I’ll talk of some other one later on. In the meantime do you have comments or samples to share?


Versione Italiana

Facebook è uno specchio affascinante della società e delle paure e passioni delle famiglie. Adoro questo social network perché mi piace considerarlo come un laboratorio dove analizzare, quasi in vitro, le dinamiche dei cambiamenti, il connettersi o disconnettersi di nuovi valori e comportamenti.
Così sto molto attento a tutto ciò che riguarda il mondo dell’educazione per comprendere le nuove forze e i nuovi limiti. E qualche volta intervengo. Come qualche giorno fa quando su una pagina molto nota in Facebook , oltre 13.00 di fans come si diceva una volta, vedo comparire questa implorazione: “il mio bambino di due anni non mangia! Che cosa debbo fare?”. Confesso: non ho resistito e ho commentato con un sarcastico –faccio ammenda e chiedo perdono per il tono- “aspettare che gli venga fame!”.
È interessante questa vicenda perché mette in luce alcuni aspetti che stanno caratterizzando la famiglia e l’educazione in questi anni e che potrei definire semplicemente come una profonda ansia da prestazione e da perfezionismo.
Ansia che tutto non vada come vogliamo, che si incontrino ostacoli, che i bambini soffrano.
Ora, non c’è genitore che non voglia che ai propri figli sia risparmiato il dolore. Ma poiché questa è una dimensione ineludibile della vita, anzi anche costruttiva (come dicono gli americani: no pain, no gain cioè senza dolore/fatica/sforzo nessun vantaggio) è bene che insegniamo ai nostri figli a conoscerlo, gestirlo, sopportarlo, superarlo, usarlo per capire e migliorare.
Se non mangia, mangerà quando avrà fame: non si conosce anoressia nell’età infantile né sono noti piccoli Gandhi già portati al digiuno politico prima dell’età per lo meno pre-adolescenziale. Perché preoccuparsi? Perché mettere un bambino di fronte a scelte che neppure un adulto saprebbe, forse, affrontare con serenità? Lasciamo parlare la natura che con i morsi della fame scioglierà il problema. Come le famose bucce di pere di Pinocchio.
Altre forme di ansia in Facebook? Ne parliamo una prossima volta. E voi che cosa ne pensate?