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lunedì 23 aprile 2012
Making mistakes - Del commettere errori
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Prossimo post mercoledì 25 aprile
Testo in italiano qui sotto -
scorrere per trovarlo - grazie
Some post
ago we
talked about what parents fear.
To start going deeper let’s first list them again, as Mariolina
Migliarese our favorit psychiatrist uses to define them, so that we could be
able to understand better each of them
1)
we
fear to make mistakes, to hurt our kids because we take wrong decisions
2)
we
fear for their health: diseases, risks, wrong friends, wrong places…
3)
we
fear to lose their love, their appreciation
4)
we
fear to impose them our values, what we believe in
5)
we
fear they can suffer in any way, especially frustration
They are
listed in a sort of (il)logical way, being the fear to make mistake the “in the
beginning…” terror that terrify and petrify a huge number of parents.
To overcome
this frightening nightmare let’s start to consider why we are obsessed with
that and which are the consequences of it.
We do love
our kids, greatly: since when they are just born till… well… till the end. Our
end. So we do not what to hurt them and since nowadays we are so fragile,
oppressed by a lot of self-calling
experts that state what we have to do and claim what we don’t, we are
very confused about dos and donts. Every decision seems to have a bad effect on
our kids and hurt them.
So we
prefer to give up: no decision seems better that hurting decision.
Actually
it’s not.
Mariolina
suggests to consider two main areas of reflection:
a)
consequences:
kids could seem to be pleased by their parents’ inaction, but in reality they
tend to consider this withdrawal as a clear sign of lack of love, absence of
attachment. You do not want to risk for me, therefore you do not love.
b)
Are
we intimately sure that we do not want to take decision because we do not what
to risk to avoid hurting our kids? Couldn’t it be because we cannot resist
without having their full and evident approval, which our decision could deny
us? Why this? Because usually our decisions imply refusals, we have to say no.
And we are afraid of losing their love, their appreciation. And this is a
selfish fear.
Actually,
loving and educating kids means being responsible for them, provide –and teach
them to discover- what it’s good and what is right. We need therefore to take
decision for them, we should not seek perfection, but hunt for their good.
What do you
think about?
Testo in italiano
Qualche
post fa abbiamo ripreso una conversazione di Mariolina Migliarese che presentava
le principali paure dei genitori. Per riprendere il tema partiamo elencando qui di seguito
quali sono, secondo la psichiatra infantile, le nostre paure prima di
discuterle una alla volta.
1) abbiamo paura di sbagliare, di ferire i
nostri bambini perché prendiamo decisioni errate
2) temiamo per la loro salute: le malattie, i
rischi, gli amici errate, posti sbagliati...
3) abbiamo paura di perdere il loro amore, il
loro apprezzamento
4) abbiamo paura di imporre i nostri valori, ciò
in cui crediamo
5) abbiamo paura di farli soffrire in qualche modo, soprattutto abbiamo
paura che provino frustrazione.
Quest’elenco segue una sorta di filo (il)logico, dato che la paura di
commettere errore sta, come dire, “in principio….” rispetto a tutte le altre, e
si tratta di un terrore capace di pietrificare e congelare molti genitori.
Per superare questo terrificante incubo iniziamo a capire perché ne siamo
ossessionati e quali siano le conseguenze di questo timore.
Amiamo i nostri fili. Sempre. Da appena nati sino… alla fine. La nostra
fine. E non vogliamo ferirli assolutamente. E oggi siamo così fragili perché
siamo oppressi da un crescente mumero di esperti che pretende di dirci che cosa
fare mentre afferma categoricamente cosa non dobbiamo fare. E spesso questi
comandamenti variano in un breve lasso di tempo da un opposto all’altro. Siamo
molto confusi. Sembra che qualunque decisione finisca per ferire i figli.
Quindi meglio rinunciare, lasciar perdere e non agire. Non decidere appare
la soluzione ideale, quella che non ferisce.
In realtà è proprio il contrario.
Mariolina suggerisce di riflettere su due punti in particolare:
a)
conseguenze: i figli possono anche sembrare lusingati da questa assenza di
azione, ma in realtà considerano questa fuga una diserzione, un chiaro segnale
di mancanza di affetto, di amore. Non vuoi rischiare per me? Non vuoi metterti
contro di me? Non vuoi fissarmi dei limiti? Allora non ti interessa nulla di
me, non mi ami.
b)
Siamo poi proprio così sicuri di non voler prendere decisioni per non
ferire i nostri figli? Non sarà mica che, nel profondo del cuore, sotto sotto,
ciò che ci interessa è di non perdere audience, gradimento, approvazione?
Perché in fin dei conti prendere decisioni il più delle volte significa negare,
rifiutare, respingere: dire di no. E questo comporta ruvidità, reazioni. E
scatena la nostra paura di perdere il loro amore, di non essere amati. Che è un
terrore egocentrico ed egoistico.
A dire il vero, educare (amare) i figli comporta prendere decisioni per
loro, assumersi la responsabilità di scegliere, mostrare ed insegnare che cosa
sia il bene, che cosa sia giusto. Dobbiamo prendere decisioni per loro: non
cerchiamo la perfezione, commetteremo errori e inevitabilmente li feriremo, li
deluderemo forse anche. Ma nella ricerca del bene queste ferite sono inevitabili
e spesso utili.
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