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lunedì 2 aprile 2012
A lot of confusion - azione o confusione?
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La versione italiana è qui sotto, scorrere per raggiungerla grazie
I met a group of nursery school teachers (taking care of babies from 2 to 5 years old) to discuss about how they can help parents in their tough duty.
It seems that the new generation of parents are quite confused about what they have to do –I mean operational stuff, methodology- and some of them, let’s say the most part, paradoxically quite firm on what and why should be done. Usually, and unfortunately, they are even much more confused about that. And therefore jeopardize the future of their kids.
My question is why on earth that happened? Why these new parents are so confused to believe that anything that make their kids a sort of tyrant will in the end produce a good citizen and represents the best educational methodology?
I fear that the answer could be in the challenge that education obliges to face: educate our kids actually means and implies to take responsibility. We have to decide what is good and what is not for our kids. Even much more undeniable and challenging: we have to decide what is good what is evil. Therefore we need to have a clear idea of what that means in our lives, what in the end good is, and live our life accordingly.
This is why we end up just trying to solve the “how can I” questions. Much more easy to stick to the action plan.
Unfortunately no action plan can provide a meaning and without a true founding meaning no action plan can be planned: why should I be firm and send my kid to bed at the time we have established? If he starts moaning why should I not concede what he’s asking for, therefore winning his smile for me?
Now the problem is: how can we reprogram this society with new values, that can be the old ones, that can save us from confusion and in the end dissolution?
Versione Italiana
Ho incontrato un gruppo di insegnanti di scuola materna (che si prendono cura dei bambini da 2 a 5 anni) per discutere su come possono aiutare i genitori nel loro difficile compito educativo.
Sembra che le nuove generazioni di genitori siano abbastanza confuse su ciò che devono fare-voglio dire proprio sulle cose operative, sulla metodologia: alimentazione, pannolini, sonno, psicomotricità- e alcuni di loro, diciamo la maggior parte, paradossalmente molto convinti e irremovibili su cio che (e perché) va fatto. Drammaticamente di solito su questi punti sono purtroppo anche molto più confusi. E quindi mettono a repentaglio il futuro dei loro figli.
La mia domanda è: perché è successo? Perché questi nuovi genitori sono così confusi da credere che tutto ciò che renda i loro figli una sorta di tiranno, alla fine, produrrà un buon cittadino e rappresenti la migliore metodologia educativa?
Temo che la risposta potrebbe essere nella sfida che l'educazione impone di affrontare: educare i nostri figli in realtà significa e implica assumersi una responsabilità. Dobbiamo decidere cosa è bene e cosa non lo è per i nostri bambini.
Non basta: la responsabilità è anche molto più irrinunciabile e sfidante: dobbiamo decidere ciò che è bene ciò che è male. Quindi abbiamo bisogno di avere un'idea chiara di ciò che questo significa nella nostra vita, ciò che alla fine è buono, e vivere la nostra vita di conseguenza.
Potrebbe essere troppo per questa nostra epoca.
Questo è il motivo per cui finisce solo cercando di risolvere le questioni del tipo "come faccio". Molto più facile attenersi al piano d'azione. Purtroppo nessun piano d'azione in grado di fornire un significato e senza un significato fondante un vero piano d'azione non può essere progettato: perché dovrei essere fermo e spedire mio figlio a letto, allo scoccare del minuto stabilito? Se inizia a piagnucolare perché non posso cedere conquistando il suo sorriso?
Ora il problema è: come possiamo riprogrammare la società con nuovi valori, che potrebbero anche essere quelli vecchi, che ci salvino dalla confusione e dalla dissoluzione finale?
I met a group of nursery school teachers (taking care of babies from 2 to 5 years old) to discuss about how they can help parents in their tough duty.
It seems that the new generation of parents are quite confused about what they have to do –I mean operational stuff, methodology- and some of them, let’s say the most part, paradoxically quite firm on what and why should be done. Usually, and unfortunately, they are even much more confused about that. And therefore jeopardize the future of their kids.
My question is why on earth that happened? Why these new parents are so confused to believe that anything that make their kids a sort of tyrant will in the end produce a good citizen and represents the best educational methodology?
I fear that the answer could be in the challenge that education obliges to face: educate our kids actually means and implies to take responsibility. We have to decide what is good and what is not for our kids. Even much more undeniable and challenging: we have to decide what is good what is evil. Therefore we need to have a clear idea of what that means in our lives, what in the end good is, and live our life accordingly.
This is why we end up just trying to solve the “how can I” questions. Much more easy to stick to the action plan.
Unfortunately no action plan can provide a meaning and without a true founding meaning no action plan can be planned: why should I be firm and send my kid to bed at the time we have established? If he starts moaning why should I not concede what he’s asking for, therefore winning his smile for me?
Now the problem is: how can we reprogram this society with new values, that can be the old ones, that can save us from confusion and in the end dissolution?
Versione Italiana
Ho incontrato un gruppo di insegnanti di scuola materna (che si prendono cura dei bambini da 2 a 5 anni) per discutere su come possono aiutare i genitori nel loro difficile compito educativo.
Sembra che le nuove generazioni di genitori siano abbastanza confuse su ciò che devono fare-voglio dire proprio sulle cose operative, sulla metodologia: alimentazione, pannolini, sonno, psicomotricità- e alcuni di loro, diciamo la maggior parte, paradossalmente molto convinti e irremovibili su cio che (e perché) va fatto. Drammaticamente di solito su questi punti sono purtroppo anche molto più confusi. E quindi mettono a repentaglio il futuro dei loro figli.
La mia domanda è: perché è successo? Perché questi nuovi genitori sono così confusi da credere che tutto ciò che renda i loro figli una sorta di tiranno, alla fine, produrrà un buon cittadino e rappresenti la migliore metodologia educativa?
Temo che la risposta potrebbe essere nella sfida che l'educazione impone di affrontare: educare i nostri figli in realtà significa e implica assumersi una responsabilità. Dobbiamo decidere cosa è bene e cosa non lo è per i nostri bambini.
Non basta: la responsabilità è anche molto più irrinunciabile e sfidante: dobbiamo decidere ciò che è bene ciò che è male. Quindi abbiamo bisogno di avere un'idea chiara di ciò che questo significa nella nostra vita, ciò che alla fine è buono, e vivere la nostra vita di conseguenza.
Potrebbe essere troppo per questa nostra epoca.
Questo è il motivo per cui finisce solo cercando di risolvere le questioni del tipo "come faccio". Molto più facile attenersi al piano d'azione. Purtroppo nessun piano d'azione in grado di fornire un significato e senza un significato fondante un vero piano d'azione non può essere progettato: perché dovrei essere fermo e spedire mio figlio a letto, allo scoccare del minuto stabilito? Se inizia a piagnucolare perché non posso cedere conquistando il suo sorriso?
Ora il problema è: come possiamo riprogrammare la società con nuovi valori, che potrebbero anche essere quelli vecchi, che ci salvino dalla confusione e dalla dissoluzione finale?
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