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giovedì 19 aprile 2012

Roomeeffoc Thursday: educational slapping - Lo schiaffo educativo

Roomeeffoc Thursday 
The provoking post

Giovedì Roomeeffoc
La provocazione per riflettere



Next english post Monday April 23rd - 
Prossimo post Sabato Italiano 21 aprile

Testo in italiano qui sotto - grazie







It’s so politically incorrect that you cannot find the news on the web. I just have a photocopy of the original article appeared on the weekly magazine of the Corriere della Sera. Well, actually I found it on the net, but not the article, the full magazine in a pdf format, and the text I’d like to talk to is in the last page. By Aldo Grasso.
What surprised me is not what he wrote, that I actually agree with, but the fact that no one attacked him for what he wrote.
He said that well a slap, a buffet, well it’s not such a mistake, you can use them with kids as a support in education.
Don’t start complaining or aggressing him or me. Please listen. We are inside the Mooreeffoc shield, where we can use paradox, provocation as a mean to discuss and reason and reach a higher level of awareness. All of us.
None of us is saying that you have to be violent in education. Neither that you are allow to use violence. What he said, and I agree, is that sometime you might need to be very firm, and that kind of firmness sometime requires blunt answers. And a slap could be one.
I would like to differentiate violence from steadiness. If you kid were in danger you  would act immediatley and firmly, maybe tugging her/him to take her/him off the street. Isn’t that violence? Well in some way. If you use to tug your kid everytime, that would be violence. It’s the context that makes the difference. Is the goal that makes the difference. Are you acting for her/his good, healthy or just to blow off?
The problem is: what do we mean for our kids’ good?

Testo in italiano


È così politicamente scorretto che non è possibile trovare la notizia sul web. Ho solo una fotocopia dell'articolo originale apparso su Sette settimanale del Corriere della Sera. Beh, in realtà l'ho trovato in rete, ma non l'articolo, la rivista completa in formato pdf, e il testo di cui mi piacerebbe parlare è nell'ultima pagina. Di Aldo Grasso.
Ciò che mi ha sorpreso non è quello che ha scritto, con cui io in realtà sostanzialmente mi trovo in accordo, ma il fatto che nessuno lo abbia attaccato per questo articolo.
Ha detto che anche uno schiaffo, un buffetto, non sono poi così un errore, si possono anche utilizzarli con i bambini, come un supporto nell'educazione, come strumento educativo.
Non cominciate a lamentarvi o aggredire lui o me. Per favore ascoltate. Siamo al riparo dell’ombrello Roomeeffoc, della provocazione, del paradosso, della sfida intellettuale per capire e conquistare insieme una nuova consapevolezza. Noi per primi. E diffido chiunque dall'affermare che stiamo suggerendo di essere violenti con i propri figli.
Nessuno di noi sta dicendo che bisogna essere violenti nell'educazione. Né che ci sia permesso di usare la violenza. Quello che ha detto, e con cui sono d'accordo, è che a volte potrebbe essere necessario essere molto fermi, e quel tipo di fermezza richiede a volte risposte energiche. E uno schiaffo, diciamo meglio uno scappellotto o un buffetto o uno sculaccione, potrebbero essere una di queste.
Vorrei distinguere la violenza dalla fermezza. Se il nostro bambino fosse in pericolo di vita agiremmo immediatamente e con fermezza, magari strattonandolo per portarlo via dalla strada. Non è violenza questa? Ebbene in qualche modo si. Se siamo soliti dare strattoni ogni volta al nostro bambino, per imporre le nostre ragioni, ciò sicuramente sarebbe violenza.
E' il contesto che fa la differenza. È l'obiettivo che fa la differenza. Stai agendo per il suo bene o semplicemente per scaricarti?
Il problema è: cosa intendiamo per "il bene dei nostri figli"?

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